Serie A Green
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POLEMIZZO A MALINCUORE…

MPG, IO NON CI STO
Simonetti riapre il caso della maglia incriminata
attaccando Luca Brindisino.

scarpe_calcio

Cari colleghi Presidenti,
alla luce di quanto accaduto ieri sul social Whatsapp, il sottoscritto Marcello Simonetti prende posizione in merito al tema “politica in Serie A Green”. Nel farlo, mi assumerò le conseguenze delle mie azioni e delle dure parole che rivolgerò ad alcuni di voi. In particolare mi riferisco al collega Luca Brindisino da cui, prima nei panni di MPG e poi in veste di Presidente del Lupiae, prendo le dovute distanze in questo caso specifico (dopo aver palesato al diretto interessato in conversazione privata il mio dissenso) .

Prima di iniziare urge una premessa.
Al termine della fantastica due giorni serranese mi sarei aspettato di condividere con gioia e goliardia i momenti trascorsi insieme, ripercorrendo le tappe della festa finale attraverso le foto postate da noi tutti. Un motivo in più per andare oltre il semplice gioco e soprattutto allo scopo di coinvolgere gli assenti nell’atmosfera di pace e serenità vissuta nella Villa dei Delfini.
Ahimè, è accaduto l’opposto, laddove le suddette foto si sono rivelate fonte di discordia tra alcuni dei presenti alla discussione nel gruppo social.

Ebbene, cosa è realmente accaduto?
Tutto ha inizio nell’istante in cui effettuo la prima visualizzazione delle conversazioni della mattinata. Immediatamente mi rendo conto che l’Acab, nella persona del Presidente Gallicchio, ha abbandonato la conversazione apparentemente senza motivo. A questo punto si susseguono una serie di 20 botta e risposta che svelano le ragioni del gesto virtuale dei gialloneri: Marco si è sentito offeso da una maglietta – a suo dire politicizzata – indossata dal Mojito e ripresa dalle fotocamere utilizzate durante la festa.  

In primis, è il Curtale ad essere convinto che si tratti di un errore, in seguito tocca al Mojito avanzare il dubbio sul fastidio provocato, poi confermato dal Lupiae. Luca rende pubblico il dispiacere di Gallicchio, il quale imputa a Linciano di non aver osservato il patto di non politicizzazione indossando la maglia dello Spartak Lecce. Del Cusci il primo commento volto a sottolineare il forzato rientrare della “casistica abbigliamento” nel suddetto patto. Il Lupiae, quindi, temendo di essere frainteso dall’Acab in quanto complice di Linciano, richiede l’aiuto di un moderatore. Cusci e Curtale (dapprima defilatosi, poi resosi disponibile) non acconsentono così tocca a Luca il compito di far rientrare il caso.
A tale scopo, il Lupiae invita suo malgrado il Mojito a non indossare in futuro capi sospetti, a suo dire, in analogia con l’episodio della lettera del 25 aprile firmata Wailers. Dal canto suo, Linciano, tra l’incudine e il martello, richiede una consulenza al gruppo sul da farsi.
Alla fine il Lupiae conferma di aver contatto personalmente Gallicchio, scrivendo quanto segue:
Rimaniamo però che nel nostro “mondo ideale” stiamo bene così, non abbiamo bisogno di “rivendicare” niente perché tanto la nostra piccola democrazia oligarchica funziona benissimo.
Linciano risponde che avrebbe evitato a priori di indossare tale indumento in presenza dell’Acab, trovando appoggio nella risposta di Luca:
si Ste, è quello che gli ho detto io: gli assenti hanno sempre torto. Però – giustamente da parte sua – col cuore lui è presente. Per cui niente, non è un rimprovero verso nessuno, nessuno ha sbagliato, ma …
… da adesso in poi tutti, Gallicchio incluso, sappiamo come comportarci.
     
Allorché il Mojito ci tiene a sottolineare che non prende affatto la vicenda come un rimprovero, fermo restando il dispiacere di essere stato coinvolto nel caso.
In definitiva, l’intoppo sembra rientrare alla normalità con l’epilogo lupiaense: “Non è nulla di grave”.


Apparentemente è tutto risolto. Ed effettivamente l’esperienza ci suggerisce che, in assenza di altri commenti tesi a riaprire il calderone, l’ostacolo si sarebbe superato tra sfottò e risate come una parentesi grigia nel bianco scintillante dell’atmosfera di fine anno.

Ed è qui che accade l’imprevisto, a detta di molti e dell’MPG, a causa dell’ingresso nella discussione del sottoscritto. I toni del Domingo si fanno subito accesi, forti e schietti fino al limite consentito dalla buon decoro. Anche qui, a prima vista, del tutto ingiustificati nel frangente di una diatriba appena conclusasi con il lieto fine. Ma quali sono le motivazioni del Domingo?

Il jump start della mia arringa è inizialmente volto a dissociarmi dalle polemiche sterili – nulla di costruttivo aggiungono al meccanismo di condivisione della Serie A Green – sul tema politica. In seguito pongo l’accento sul concetto di rispetto per la libertà. Nel caso specifico, la libertà di manifestare la propria personalità attraverso l’abbigliamento. Ergo, il sotto testo della mia prima dichiarazione non fa altro che ribadire un concetto decantato dal Circo Green e dal buon senso.  
Per primo io rispetto, come tanti altri colleghi, questo precetto e non trovo ragioni nel caso specifico per tollerare il gesto del collega Marco Gallicchio. In primis perché la richiesta di limitare la libertà altrui di indossare un abbigliamento (peraltro in sua assenza) ha coinvolto tutti – quando avrebbe potuto parlare con il diretto interessato  – e, in secondo luogo, per aver abbandonando il gruppo.  
Ne consegue, per chi scrive, il fisiologico nervosismo nei toni e nei modi (“ridicolo”;“cazzo”) dovuto all’atteggiamento dell’Acab e più tardi in merito all’assoluta incongruenza tra gli “inviti” di Luca Brindisino e il suo stesso credo: chiedere di evitare di indossare capi di abbigliamento che possano far nascere polemiche di stampo politico cozza inevitabilmente con la suddetta libertà e nondimeno con “la pacifica convivenza tra persone e personaggi dai background più disparati”.

In quest’ottica, il mio “Mi vesto e parlo come cazzo mi pare, a patto di non recare danno altrui … e finitela!” ribadisce appunto l’idea che il sottoscritto si sente libero di indossare gli indumenti che preferisce proprio in funzione del credo che lo stesso MPG ha sempre definito un cardine del gioco, ma soprattutto perché non ho bisogno di accogliere inviti e linee guida per giungere a standard di buon senso che esercito giornalmente e che si richiedono in queste occasioni (l’utilizzo della mia comunicazione sul sito ne è la prova, vedi articoli Mascotte Serie A Green e idea lanciata a Serrano sul restyling del logo Acab).
 

Al contrario e in sede privata, ho accusato con toni forti Luca Brindisino di aver smarrito quello stesso buon senso in nome della proprio “impegno politico”, specie in passato quando si presentò il problema. A mio avviso, infatti, l’uno non esclude l’altro. Si può essere orgogliosi e vantarsi della propria scelta di vita e al tempo stesso non intralciare il benessere generale e le necessità dei molti.
Il non sentirsi costretti a pensare di cambiare maglietta, ad esempio. Basta chiedere il favore di non farsi ritrarre in quello specifico scatto, invece di far pesare a una decina di persone l’esigenza di pochi.  
Mettersi in discussione avrebbe quantomeno suggerito a Luca di andarci con i piedi di piombo, di smussare la propria posizione e infine di calibrare la portata degli “inviti su come comportarsi” in problemi che lui stesso ha contribuito a creare. A nostro avviso poteva scusarsi, senza se e senza ma, per non aver saputo eliminare queste zavorre in Serie A Green, ma non è andata così. Come spesso capita, Luca Brindisino ha rivendicato il suo impeccabile operato lanciando le sue proverbiali provocazioni e affermando di essere sotto il fuoco di ingiuste calunnie.  
 

Eppure non posso fare a meno di notare che il riaffiorare cadenzato del problema politica è figlio di una Serie A Green dalla forma arcaica, legata alle vicende del territorio.  Da tempo si è abbandonata quella versione, oggi evoluta nell’attuale Lega con prassi e Presidenti differenti.  L’assemblea, esclusi i già citati, non ha di questi problemi pur essendo impegnata (ognuno a suo modo) nella proprio privato. Eppure tutti, in primis il sottoscritto, siamo comprensivi e dotati di quello stesso buon senso per il quieto vivere che ci permette di conservare i patti e le consuetudine dei pochi preservando il benessere di tanti.
Ma fino a che punto il gioco vale la candela? Mi chiedo fino a dove possa spingersi la richiesta dell’Mpg di “rispettare i patti e tenere fuori la politica del fantacalcio”.
Personalmente, alla domanda generica, posso oggi rispondere con il caso specifico Gallicchio-Linciano-Brindisino:  da adesso in poi, se le richieste e gli inviti risalenti a qualsiasi consuetudine pregressa da osservare – NON TRASFORMATA IN NORMA NEL REGOLAMENTO – si spingono a non tener conto del buon senso, Marcello Simonetti si comporterà come meglio crede.

Qualsiasi sia il motivo, poltico-religioso-etico, non ci sto a considerare “normale” e “accettabile” che un Presidente si permetta di non utilizzare il buon senso, che per questo si arrivi ad esprimere richieste che limitano le libertà altrui, che tutto ciò passi come facente parte integrante del sistema (come è sempre stato per pochi, ed ora non è più per molti) al punto da alzare l’asticella delle degli inviti a come comportarsi, che questi fungano da regolatori delle controversie e prove tangibili di buon governo.

Considero quanto accaduto una delle falle nell’operato dell’Mpg che, come qualsiasi altro essere umano "abituato all’“arbitrio” e “il sacrificio” di gestire da solo", dimentica che oggi esiste un meccanismo decisionale di condivisione. Ancora una volta non è facile sdoppiarsi tra la figura di Presidente e quella di regolatore e gli effetti di questo incastro si sono evidenziati sul tema politica.

 

PERTANTO CHIEDO CHE FUTURE CONTROVERSIE A SFONDO POLITICO:

-SIANO VIETATE DAL REGOLAMENTO CON APPOSITA NORMA DA CREARE
RIMANGONO CONFINATE NEL PRIVATO
-NON ALTERINO L’EQUILIBRIO
DEL CIRCO
-RISPETTINO LE LIBERTA’ ALTRUI  
-NON SIANO REGOLATE DA “INVITI A COMPORTARSI”, SOPRATTUTTO DA PARTE DI CHI E’ COINVOLTO NELLA CONTROVERSIA, BENSI’ DA NORME REGOLAMENTARI
NON POTRANNO MAI INDICARE ALL’ASSEMBLEA ORIENTAMENTI DI USI E COSTUMI

Io ho detto la mia. Siamo nella classica situazione in cui è difficile dire quello che si pensa, ma preferisco assumermi il rischio e rendere pubblica la questione, piuttosto che aspettare che ci sia un altro caso simile e far finta di nulla.

Se la mia posizione turba in qualche modo l’equilibrio acquisito del sistema non mi tirerò indietro nel considerare l’ipotesi di lasciare la Serie A Green. Non è mai stata mia intenzione essere causa di squilibrio anche se, come tutti, ho le mie idee e cerco di portarle avanti.
 

Vi lascio con un passo della “lettera aperta” scritta proprio da Luca non molto tempo fa:

“Mi rendo conto quindi che dopo tanti campionati, tante regole e altrettanti manager passati, forse adesso si senta l’esigenza anche di cambiare quello che non si è mai osato cambiare: il sistema. Parola che potrebbe avere di per sé intrinseco un concetto negativo, ma che nel nostro microcosmo ha sempre costituito un piccolo vanto. Mio, in particolar modo, perché posso affermare senza paura di smentita di avere sempre agito in maniera oggettiva al solo scopo di salvaguardare l’esistenza del gioco, senza mai farmi influenzare nelle decisioni dal fatto di essere “molto vicino” al patron di una delle 16 franchigie, nonché al proprietario di una delle maggiori testate giornalistiche.

Questo fatto oggettivamente riconosciuto, è stata sempre la mia più grande prova di garanzia di buonafede dinanzi alle critiche che, periodicamente da 20 anni a questa parte, ricevo a torto o ragione. Non voglio dilungarmi più di quanto già non lo stia facendo, ma dopo aver gradualmente (e penso anche in maniera indolore) spalmato le varie responsabilità di questo gioco, democratizzando un meccanismo che invece all’inizio si basava sull’arbitrio e sul sacrificio di una sola persona, penso di essere arrivato a un limite che non mi è possibile superare. Intendiamoci, non ho perso la voglia né il bisogno, ma è probabile che non mi stia accorgendo che questo sistema sia diventato così complesso da richiedere qualcosa in più che io forse non sono in grado di dare. Credo, insomma, di profondere sempre il massimo sforzo, ma se questo massimo non risulta essere sufficiente, non ho motivo né interessi particolari nel non voler mettere tutto in discussione.”

 

NB: Sottolineo che quanto espresso fin ora sotto forma di testo è solo un sunto dello scambio di battute accese in forma di registrazioni audio tra me e Luca Brindisino. 

8 pensieri riguardo “POLEMIZZO A MALINCUORE…

  • Cari ragazzi, espongo il mio pensiero sinteticamente: nonostante io sia credente, non credo abbiate mai sentito uscire dalla mia bocca parole che vi invitassero a non bestemmiare, perché ognuno è libero di dire e fare quello che vuole per quanto mi riguarda. Per lo stesso motivo, nessuno deve pensare di inserire nel regolamento eventuali norme che regolino il comportamento al di fuori dell'ambito fantacalcistico. Vale la regola del buon senso. Se avete questioni particolari tra di voi, risolvetevele in privato. 

  • Marcello a volte capita di fare cose delle quali poi ci si pente. Credo che Marco abbia agito d istinto e che siano sufficienti le sue scuse a chiudere il caso. In generale sarei pure d accordo con te a regolare tutto con procedure cbiare ma nonostante le poche volte che ci si vede e le poche occasioni che personalmente ho per approfondire vi considero amici e se n’amico mi chiede di non incasinargli la vita ci provo.. sempre per tenere a mente il buon senso.. se poi uno si improvvisa attivista è meglio che lasci perdere il fantacalcio

  • Forse per la prima volta mi trovo davvero in seria difficoltà nel commentare, probabilmente perchè per me alcuni concetti sono "scontati e ovvi", detto questo cercherò di dire la mia per punti e nella maniera più chiara possibile e ovviamente quelle che seguono sono mie personalissime opinioni:

    1) La Serie A Green deve rimanere sempre al di fuori di politica, religione e altre questioni che riguardino i nostri "credi", qualsiasi essi siano. No ad articoli, video, dichiarazioni e via dicendo dove si esprimono considerazioni su questi concetti.

    2) Lezioni di vita da parte mia su come comportarci credo siano ampiamente superflue, ognuno di noi è capace di usare il tanto declamato "buon senso", così come ognuno di noi ha il proprio modo di manifestare nella vita privata le proprie idee e posizioni su certi temi. Detto brutalmente non me ne frega niente (in Serie A Green) per quale partito votate, dove e chi/cosa pregate e se per voi è motivo di orgoglio o meno, di queste cose ne posso parlare privatamente e comunque non in occasioni e su mezzi di comunicazione ufficiali. 

    3) Conseguenza del punto precedente è che ognuno è libero di vestirsi come crede (e ci mancherebbe altro), se qualcuno ha particolari problemi, e mi sembra chiaro che riguardi solo alcune persone, questi problemi vanno affrontati privatamente e se chi è coinvolto vuole assumere particolari atteggiamenti, patti o compromessi, liberissimo di farlo. Se X non vuole apparire in una foto con Y che indossa una determinata maglietta può, anzi DEVE, parlarne con il diretto interessato. Tra l'altro siamo sempre stati abbastanza "anonimi" da questo punto di vista.

    4) Ritengo l'ultimo episodio frutto di azioni dettate dall'istinto, entrando nello specifico sicuramente Linciano non ha messo quella maglietta per fare uno sgarbo, al massimo gli si può imputare un po' di leggerezza poichè in certe occasioni facciamo foto che riguardano tutta la Serie A Green, al tempo stesso però Gallicchio è stato sicuramente avventato nell'uscire in quel modo e anche qui credo sia stata una leggerezza. Alla fine tutto è rientrato, gli interessati hanno parlato tra loro chiarendosi e credo ribadendo il loro patto di "non belligeranza". Tutti gli altri rispettano già queste cose, non perchè non hanno idee politiche, ma perchè semplicemente non hanno alcun interesse a manifestarle in certe occasioni, quindi non serve dover ribadire o spiegare cosa e come farlo poichè è già consolidato questo comportamento e soprattutto non passi il messaggio che si tratti di persone da "additare" per il semplice fatto di non avere questi problemi anche perchè magari li hanno, ma non li "creano" all'interno della Serie A Green. Questa ultima cosa è una risposta sia a Simonetti che a Brindisino L, non abbiamo bisogno nè di regolamentare, nè di inviti a norme comportamentali, o quantomeno non ne ho bisogno io.

    5) Veniamo da una tre giorni per me davvero fantastica, dove davvero eravamo solo amici con la voglia di divertirci tra mangiate, playstation, "felicità", mare e via dicendo. Le occasioni (sempre più rare) in cui ci vediamo dovrebbero essere solo questo, quindi non credo venga difficile lasciare da parte tutto il resto per 1-2 volte in un anno.

    6) Duvan Zapata all'Udinese mi mette in difficoltà, puntare su di lui o fare una bella plus valenza? Questi sono problemi seri sui quali bisognerebbe dibattere!

  • amicidimoiraorfei

    Sottoscrivo quanto detto dal signore con la maglia rossa a forma di cinghiale

  • Lupiae Calcio 1996

    Cari amici, personalmente trovo questa conversazione così come tutta questa polemica del tutto assurdi. Quello che penso – e che penso dovrebbe regolamentare questo tipo di cose – è tutto scritto qui https://www.serieagreen.it/wp-content/uploads/2015/01/VADEMECUM-COME-GIOCHIAMO.pdf nelle famose Cinque Prove che tutti avete sottoscritto prima che fossero pubblicate. D'altronde (per rispondere a Dario) non penso di aver pubblicato mai post con bestemmie o insulti razzisti o altro.
    C'è stata una piccola (e prevedibile) scivolata su whazzup, è stata risolta, ma poi si è voluto per forza far polemica. A me piacerebbe spiegarvi perchè è assolutamente fuori luogo inserire riferimenti politici – tipo la falce&martello o la croce celtica – all'interno del gioco, ad esempio nei loghi, giusto per citare una cosa proposta e inerente alla discussione. Ma per me ora questo passa addirittura in secondo piano. 
    Si è partiti dal dire che io ed altri manchiamo di rispetto al circo poichè ne castriamo l'inventiva e la libertà, e si è arrivati a passare tutto il pomeriggio di lunedì a coprirmi di insulti e cattiverie. Cattiverie che sfido chiunque di voi a sentirsi dire restando indifferenti e che sono state totalmente omesse nella stesura di questo post. Forse perchè pensando che, dicendole in privato, rimanessero solo nello stomaco di chi le ha dovute subire. Ma, onestamente, dato che non è la prima volta, se uno avesse veramente il coraggio delle proprie azioni e delle cose che dice e che pensa, prenderebbe un paio di persone del circo e gli propinerebbe (ebbene si) tutto l'odio e l'ostilità che mi sono stati vomitati addosso lunedì pomeriggio.
    Onestamente non so come comportarmi, non mi va di spremermi le meningi per salvare capra, cavoli, carote e carciofi e preferisco rifugiarmi per un po' nel silenzio. Credo che sia la cosa più giusta da fare per non eccedere a mia volta in ripicche, polemiche e questioni che proprio non mi va di fare. Chiedo soltanto un po' di comprensione a fronte, ripeto, di una conversazione whazzup che sta lì e che forse, forse, qualcuno di esterno dovrebbe ascoltare per capire una volta per tutte che va bene tutto, ma a un certo punto c'è pure un limite.

    Vi voglio bene
    Luca

  • minchia che pippone…cmq sn a favore con quanto detto da gallicchio su whatsupp…I DIVERBI(che poi altro che diverbio..si è trattato di uno scambio di opinioni tra due amici/colleghi/gentelman ingigandita dalle moderne tecnologie whatsuppiane) RESTANO TRA I DIRETTI INTERESSATI, senza coinvolgere il resto del mondo..

    troppe troppe polemiche inutili…

    marce…vit c t muv a turn!

    raga chi ha tempo…postasse un po di foto

     

  • delinquere

    Anche se non seguo wazzup fatico ad immaginare che qualcuno possa vomitarti addosso cattiverie cosi scellerate, sicuro fossero rivolte a te? in ogni caso io odio la politica fatta di simboli morti, come croci celtiche e falci e martello e incudini, quando poi ci ritroviamo al governo puttanieri e bamboccioni; se uno seguisse per un solo istante il contesto attuale capirebbe quanto siano fuori tempo e fuori dal mondo attuale certe ideologie, nonostantre siano resuscitate puntualmente da qualcuno; l'dea di libertà di espressione a volte deve fare i conti con il passato, e con il circo serieagreen; quindi sei libero di metterti quello che vuoi, ma se ti sfotto te lo tieni o mi rispondi. L'idea che avevo sentito durante la 2 giorni serranese di inserire loghi o simboli 'inneggianti a qualcosa' è qualcosa affrontato ogni giorno nel mondo reale, vedi la decisione di oggi dello stato del Carolina di ammainare la bandiera nazionale simbolo di segregazione razziale, ma potremmo stare ore giorni anni e vite intere a discutere di idee e ideologie..senza mai dimenticare lo spirito civile che ci contraddistingue bel al di sopra di certe questioni. indossate quello che vi pare, dite quello che vi pare, pensate quello che vi pare, tanto a me fotte il cazzo 🙂  Spero di risentirvi presto, tutti.

  • delinquere

    pensandoci ieri notte mi è sembrato tutto un paradosso: può una comunità di persone perseguire la  totale libertà di espressione e di pensiero tale da far inneggiare a simboli che invece la limitano? boh

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