Serie A Green
Il Punto di Torgio GiosattiLa Piazzetta Dello SportSTAMPA

La Piazzetta dello Sport presenta: l’intervista al Campione (prima parte)

Simonetti a ruota libera sui manager della Serie A Green

Prima parte dell’intervista al Campione dedicata agli altri 15 contendenti. “Corasaniti difetta nella gestione del tempo, Lorusso ha osato sfidare il karma. Con Lakragasso la rivalità è unilaterale, Lupiae vincitore morale”.

Con la festa finale di Corato 2017 e la consegna ufficiale di premi e riconoscimenti si è conclusa anche la stagione 2016/17 della Serie A Green. La vittoria del Domingo ha consacrato Marcello Simonetti come uno dei, se non proprio il top manager del momento, in grado di portare al trionfo una squadra che sulla carta non era tra le favorite in un torneo che mai come quest’anno era stato equilibrato. Mertens e Mandzukic sono stati i jolly pescati con maestria dal partenopeo mentre tutti gli altri li avevano lasciati come seconde scelte e che invece hanno fatto la differenza, regalando al Domingo il secondo scudetto della sua storia.
Abbiamo dunque raggiunto Simonetti nella nuova sede napoletana per la solita intervista di rito, che però quest’anno abbiamo voluto condire con una prima parte dedicata esclusivamente al punto di vista del Campione in carica sugli altri 15 manager che gli hanno conteso il titolo. 

Marcello Simonetti, è pronto a farci una carrellata di commenti senza peli sulla lingua sui suoi colleghi che quest’anno guarderà dall’alto in basso?

Prima di tutto a nome dell’Atletico Domingo 2003 la ringrazio per avermi contattato per la rituale intervista al campione. E’ un privilegio poter interagire con lei: superbo paroliere e profondo conoscitore delle dinamiche del Circo. Certo che sono pronto, anzi comincerei rendendo il doveroso omaggio a tutti coloro che, in barba agli impegni lavorativi e familiari, si prodigano affinché questo gioco rimanga tale. Ogni Presidente dona al sottoscritto un livello di passione e competenza fuori dal comune ed è una gioia ed un onore per noi domenghini  condividere con voi 10 anni di Serie A Green: siete unici, lo dico col cuore.

Partiamo ovviamente in ordine inverso di classifica. Amici di Moira Orfei: se lo aspettava in ultima posizione? La “Stagione dell’Amore” avrà pesato sul rendimento della squadra?

Sono convinto che l’”Amore” vinca su tutto – non a caso è valso a Bartolomucci un Oro – e non basterà certo una “Stagione” sottotono ad Amici per smetterla con le capriole. Quest’anno ho visto troppi pupilli dalla testa calda – penso a Ljajic o Niang – e un mercato in balia degli eventi come è stato per la rincorsa a Chiesa), ma non dimentico che lo staff biancolilla ha scovato anche gente come Rugani, Kessie e Di Francesco.

Jos Corasaniti, il nostro Grande Lebowski, è alla quarta retrocessione consecutiva, incollato ormai alla Scrivania di Legno. Cosa manca a questo ragazzo per fare il salto di qualità in Serie A Green?

All’apparenza tutto: competenza, ardore, fiuto per l’affare. A ben guardare, però, l’unica cosa che ancora manca a Jos per essere al top è il tempo. Non ho dubbi su questo: il suo problema è la gestione del tempo tra lavoro e fantacalcio. Se riuscisse a organizzarsi meglio su questo fronte, non mi stupirei di vedere Eagles sul podio. E senza elementi di qualità dubbia come Adnan.

Vito Lorusso, dopo la stagione dei record, quella dell’ascensore. Solo sfortuna o c’è dell’altro?

L’amico Vito non ha mai voluto gemellarsi e allora dico sfortuna in quantità industriale, come vuole la ditta dell’ascensore. Ma il vero responsabile è il karma. Ho imparato che in Serie A Green non bisogna mai fare proclami o paragoni: dopo i record Lorusso ha sfidato questa regola ed è stato punito. Se finora bastava l’hashtag  #faiuna e la solita strategia con l’attaccante del Napoli più almeno un big x reparto, da oggi dovrà inventarsi qualcos’altro. Ma sono sicuro che si rifarà.

Fabrizio Mangia sono quattro stagioni che galleggia tra la salvezza e la retrocessione. Quest’anno il miracolo non gli è riuscito, come mai secondo lei?

L’unica cosa che posso dire è che amo i delfini, ancor più quando spruzzano con i liquidator (e magari uno dei Brindisino). Battute a parte, sarebbe bello rivedere il sacro fuoco del soldato Mangia, quando pur sbeffeggiato da tutti si piazzava sempre sul podio. Urge “cazzimma” agonistica e per scoprire i nuovi Sanchez, Marcolini e Galloppa.

Per il Mojito di Stefano Linciano invece non ci sono vie di mezzo: o troppo bene o troppo male. Che opinione si è fatto sull’andamento di questo manager in Serie A Green?

Mistero, non saprei da dove partire. Provo dalla fine: la bacheca vuota. Sarà banale ma credo che ‘togliere la polvere’ per Pep stia diventando una questione di principio. E lo capisco: il mio umile consiglio è di affidarsi di più al brivido della giocata rispetto al freddo calcolo delle pot odds (*probabilità percentuali di vittoria al poker texano, dannati pallottolieri, ndr). Que viva el Mojito!

Anche il Delinquere è una delle cosiddette “squadre yo-yo”, un anno su, un anno giù. Secondo lei quest’anno si è salvato giustamente o avrebbero meritato altri?

Credo che se Linciano non avesse mollato anzitempo avrebbe meritato lui la salvezza. Ma il Delinquere è squadra che fa dell’esperienza il suo punto di forza e con Suso e Salah tutto è stato più semplice. Io non costruirei mai rose stile Chievo, ma il bello del Circo è vincere anche con Bergessio ed Okaka, “The Great Sergi”.

A dispetto della posizione finale in classifica, questa è stata forse la miglior stagione per Marco Tedone. E’ d’accordo?

Abbiamo ammirato lo sdoganamento dello stereotipo teddyano: mister sul pezzo e presidente on fire sul mercato. Candreva da applausi, più di Dzeko a mio avviso. Meritava a mani basse lo Zeman d’Oro: è scandaloso che lo abbiano votato solo in quattro. Infine è bello notare corsi e ricorsi storici: quando Napoli festeggia Bari gode. Chapeau Marco, continua così.

Dario Brindisino: ogni volta che vi incontrate sono scintille. La prossima volta sarà in Supercoppa, ma che tipo di avversario è il Curtale visto da lei che lo ha osservato bene anche a domicilio?

Il Curtale incarna l’essenza di questo gioco: conoscenza, grinta da vendere, ma soprattutto sano sfottò. In questo siamo molto simili e infatti l’ex bestia nera sarà sempre un osso duro. Vivere assieme le partite, come quelle decisive stile Champions, è un piacere al di là del risultato.

Angelo Tarantino quest’anno si è scrollato finalmente di dosso l’etichetta di “ultimo della classe”. Una casualità o è davvero l’inizio di un nuovo ciclo per i Wailers?

Direi che con l’arrivo dell’idolo Notàro il mattino ha l’oro in bocca. E infatti intuizioni come Petagna dovrebbero far ben sperare per il futuro i tifosi gialloblu. Per me Angelo non è mai stato “ultimo della classe”: il palato fine per giocatori di classe lo ha sempre avuto, mancava solo una spintarella motivazionale. Un olé per il Notaro!

Dopo l’amara retrocessione della stagione d’esordio, stavolta Walter Bucci si è salvato abbastanza tranquillamente, nonostante abbia fatto di tutto per complicarsi la vita. C’è chi lo ha bollato come pessimo dirigente e chi al contrario afferma che sia stato un fenomeno a salvarsi così. Per lei il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto?

Il bicchiere è mezzo. Vuoto, se ripenso alla spavalderia con cui Walter si è approcciato al mercato convinto di manovrarci come marionette – e mi riferisco personalmente alla trattativa per Simeone – per poi impiccarsi con i suoi stessi fili – vedi i casi Dzeko e Deloufeu. Pieno, laddove ha osato aumentare la media voti di una rosa che solo sulla carta poteva puntare allo scudetto a causa della discontinuità. Tutta esperienza.

E’ abbastanza insolito che la Panchina di Legno venga attribuita a un mister che arriva sesto classificandosi in Champions dopo aver centrato anche una finale di Coppa. E’ successo quest’anno a Marco Gallicchio: come mai secondo lei?

Ammetto di aver votato Gallicchio come Peggior Allenatore. Un Legno meritato per tante ragioni: poco attivo sul mercato, da psicanalisi tra capitani e moduli. E’ stato però anche un voto spinto dal profondo rispetto per l’uomo e per come ha dichiarato forfait prima di Corato: da uno come lui ci aspettiamo di più. Gallix, non mollare!

La macchina del fango non ha risparmiato nemmeno quest’anno Barbaro e Santini, rei di aver snobbato come al solito la compagnia dei presidenti Serieagreen. Lei che idea si è fatto in proposito?

Forse presentarsi alla festa finale solo in caso di vittoria è una coincidenza, anche se poco condivisibile. Perché chi conosce il personaggio e collega Barbaro sa che il  profilo del mister romano ha tutte le peculiarità per essere degno del titolo di circense doc. Del resto l’ha già dimostrato.

Da anni Toto Alaimo sembra camminare sempre in terza marcia: scopre giovani ma poi non fa mercato o lo fa male, spesso nei piani alti della classifica e dello Scalone, ma mai in cima. Tralasciando per un attimo la rivalità sportiva, quale consiglio darebbe alla franchigia siciliana?

La stampa e il collega Alaimo parlano di rivalità ma, come per il Cusci, al Domingo piacerebbe un gemellaggio. Peccato, perché da sempre ci congratuliamo con la fanta-filosofia dei siciliani. Ogni consiglio è superfluo: Toto ha già tutto per vincere, deve solo volerlo.

Paolo Memola è un altro “vorrei ma non posso” della Serie A Green. Ultimamente ha abbandonato matrici ed excel per affidarsi all’intuito e all’istinto. Pensa che abbia fatto bene?

Ha fatto benissimo perché in SerieAGreen alla lunga, lo dico per esperienza personale, si ritorna sempre agli impulsi primitivi. Poco spazio a strategie, tabelle e massimi sistemi a favore del sano divertimento anche durante l’asta. Con #paolofaiuna Memola ha riscoperto il piacere di osare e i frutti si vedono sul campo.

Chiudiamo con Luca Brindisino, l’ultimo ad arrendersi nella contesa scudetto. Col senno di poi, in cosa ha fatto difetto il Lupiae rispetto al Domingo? In cosa tradurrebbe lei quel punto di distacco in classifica?

Io non ho visto difetti sul campo. Paradossalmente – e senza doppi sensi – il polverone generato dalla revoca scudetto si è rivelato il contesto ideale per il ritorno al Vecchio-Nuovo Lupiae. Da troppo tempo Luca era rimasto impantanato nelle sabbie mobili del ‘posso, ma non vorrei’. Così grazie a Tommaso ed al ventennale ha trovato nuovi stimoli, divertendosi, e mettendo in campo l’undici leccese più bello dell’Era Moderna. Hai detto niente?! Manca solo quel punto, ma per me Brindisino ha vinto.

to be continued…

Torgio Giosatti

8 pensieri riguardo “La Piazzetta dello Sport presenta: l’intervista al Campione (prima parte)

  • Cusci Team

    Bella l’analisi su tutti i colleghi, molte cose credo siano anche giuste o meglio direi che trovano riscontro nei miei pensieri, ma mi limito a commentare quanto mi riguarda, cominciando da questo benedetto o maledetto karma. Esiste, non esiste? era culo prima o è stata sfiga adesso? Non lo sapremo mai, però credo sia giusto vivere tutte le emozioni, positive o negative che siano, con lo spirito che ci appartiene anche a costo di sonore batoste come quella che ho appena preso. Chiudo con due parole sul gemellaggio: “Caro Marcello, con tutto il bene che ti voglio, ma noi abbiamo il nostro amato cinghiale e voi l’altrettanto amato cane.. lo capisci da te che non può funzionare”

  • Lupiae Calcio 1996

    E va bene mi prendo anche sto sfottò del vincitore morale però nell’analisi manca il giudizio sul Domingo chi ha vinto uno dei campionati più difficili se non il più difficile dell’era moderna e questo andrà ricordato anche a posteriori.

  • OLD Eagles

    Gli Eagles addirittura tacciati di incompetenza. parole che pesano come macigni. D’altronde, noi amiamo i cinghiali d’acqua dolce.

  • Lupiae Calcio 1996

    Beh però dai, spezzo un’arancia in favore dell’intervistato: non ha detto quello, è uscito anche nel sottotitolo.

  • Infatti l’intervistato aveva impostato duplice esito alla domanda sugli Eagles sulla scorta del tipico ‘delle due l’una’…optando senza indugi per la seconda soluzione pro Corasaniti. Torgio testimone, ma il bello sta tutto nelle reazioni dei diretti interessati: della serie “l’antipatico Domingo”.
    Ahahahaha

  • OLD Eagles

    E’ sempre colpa del Lupiae alias Carlino malefico, che non da pacchi ma solide realtà!

  • Lakragasso

    Caro presidente Marcello i complimenti si sprecano quest’anno e non solo per il campionato vinto dalla compagine che meno aveva convinto a inizio campionato. Non solo per le grosse sorprese che la tua rosa ha saputo svelare ma pure per la gran morigeratezza con la quale ti esprimi su tutta la truppa green.
    Di fatto io te e qualcun altro siamo gemellati o quasi per la comune passione per certo calcio anche se io, come bene Torgio rileva, mostro sempre e volentieri un sanguigno attaccamento verso i miei giocatori mettendo in scena i peggio teatrini che questa lega ricordi.

    É per questo che tu o Mr. Green rappresentate per me i maggiori avversari/compari. Siamo diversamente simili e per questo a volte molto incompatibili.

    ps. Barreca non è un cesso di giocatore

    Tanti saluti da Lakragasso

  • ‘Diversamente simili’ spacca! 🙂
    troppo buono, siamo onorati per le belle parole. FOZZA (L)AKRAGAS

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