Serie A Green
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Il Gazzettino Domenghino 2012-13

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Cessione del quinto, finalmente Simonetti

Il futuro del Domingo, Muriel, Immobile e il mercato. La storia azzurroblù descritta dal patron partenopeo.

Giunti al capolinea di un percorso che vede il Domingo piazzarsi in quinta posizione, Il Gazzettino Domenghino tira le somme stagionali intervistando il patron Simonetti. Del resto, se ciò comporta già di per sé uno scoop rispetto al silenzio stampa imposto durante tutto l’anno, non mancheranno indiscrezioni tali da tracciare la strada per l’imminente futuro. Partendo dal piazzamento alla nuova formula Champions, fino alle impressioni in merito al decennale dei partenopei, Simonetti spazia ad ampio raggio sull’universo calcistico che abbraccia la città del Vesuvio. Napoli, mettiti comoda, perché citando le parole del suo primo tifoso: “Il futuro è adesso!”.

51843_4636778287227_1651639135_oPresidente, sarò diretto, può spiegarci le motivazioni dietro il lungo silenzio del Domingo?

Beh, le faccio notare la sua volontà di andare dritto al sodo. Di per sé questa mia premessa dovrebbe chiarire ai più le ragioni del mio dictat. Napoli è una piazza “delicata”, lei si immagina cosa avrebbe significato esporre il mio gruppo ai media sin dalla prima giornata? Per giunta nell’anno di transizione per definizione. Il calore dei nostri tifosi li porta sovente ad andare spediti verso la meta, come da lei fattomi notare. E come biasimarli! La fede nel Domingo è la nostra prima alleata, per cui non mi sarei stupito se la prima sconfitta sarebbe coincisa con lo sconfessare la meta stessa. Intendiamoci, per meta intendo una stagione all’altezza del blasone del nostro club. Non certo il bis tricolore che pure molti sognano…

Perché citare lo scudetto? A maggior ragione se il Domingo attraversa una stagione di “transizione”, parole sue …

A buon intenditor, poche parole. E’ risaputo che dopo il decimo posto di un anno fa ci si attendesse il pronto riscatto. Il che, per alcuni di noi equivale a lottare per il premio più ambito, mentre per altri (il Simonetti, ndr.) trattasi di far conciliare le esigenze del campo alla filosofia imposta da questa società. Nessuno, infatti, può biasimarmi. La nostra campagna acquisti ha lanciato segnali inequivocabili in merito: “Il futuro è adesso”. Nel senso che per alzare altri importanti trofei è necessario programmare sin da ora. Investire nei giovani, rivoluzionare l’assetto, ma soprattutto dedicarsi al bilancio aziendale. Credo molto nelle minus/plus valenze Green. E’ una prassi che consolida il marchio Domingo, ho sempre puntato sulla valorizzazione dei nostri patrimoni come prima testimonianza dell’ottimo operato fin qui svolto.

Non è eccessivo definire “ottimo” l’operato di un club che dovrà fare i conti con la certa minusvalenza Ciro Immobile, per non parlare del più temuto “Angelozzi di legno”?

Con l’onestà che mi contraddistingue ammetto che il rendimento di Ciro non ha ripagato le attese. Ma il ragazzo era alla sua prima esperienza di spessore, in più il fatto di assorbire le pressione della sua terra non ha sicuramente giovato. Ciò detto, escludo a priori la possibilità di svendere Immobile, va da sé che il costo (320, ndr.) implica serie riflessioni sul da farsi. E’ presto comunque per emettere qualsivoglia giudizi, né improvvisare destinazioni future allo stato delle cose. Assicuro ai tifosi che il mercato sarà florido, poi siamo convinti di poter uscire in attivo dalle voci di bilancio che concernono i nostri assistiti. Sull’ “Angelozzi di legno” non voglio nemmeno soffermarmi: ci rendiamo conto che Ciro ha giocato solo metà stagione e, pur non essendo mai entrato negli schemi del mister, ha portato alla causa azzurroblù ben 113 punti e messo a segno quattro gol. Di cosa parliamo? Di che si discute se gente come Maxi Lopez e Destro – attenzione pagati rispettivamente 352 e 403! – dovevano trascinare Amici e Pace a suon di gol (in due 8 reti, ndr.), onde constatare la dura realtà di retrocessioni che ancora scottano? Su via, mi faccia il piacere. Ribadisco la nostra annata è stata ottima considerata …

Diapositiva2La Partenza? Gli infortuni? Ci descriva l’annata dei suoi ragazzi.

Mi ha anticipato. Stavo appunto per dire una cosa più che evidente. Chi, come me, non osserva si vada a rivedere le tappe del film domenghino. Partiamo. Forse non tutti ricordano il dramma vissuto dal sottoscritto e dai nostri tifosi il giorno dell’asta. Proprio nel momento topico, quando l’euforia per l’inizio di una nuova avventura dovrebbe regnare sovrana, arriva la scure del pesante stop di Luis. Muriel è un patrimonio, il giovane faro su cui si decise di puntare per un anno all’insegna del bel calcio con un occhio al fair play finanziario. Ebbene, sfido chiunque dei miei colleghi a partire con tale handicap. Ciò nonostante il mister ha fatto quadrato nello spogliatoio, riuscendo nell’impresa di battere all’esordio il campione uscente Cusci per 4-2. Ma avevo avvisato di persona i tifosi di non esaltarsi perché gli ostacoli si sarebbero palesati presto. Siamo il team con la media età più bassa. La poca esperienza ha poi inciso nelle successive sei giornate senza portare a casa la vittoria. Nemmeno queste buie parentesi mi hanno distratto dalla considerazione che la squadra era ben amalgamata e, prima o poi, la sorte ci avrebbe assistito. Non a caso oltre il Celtic campione, solo il Domingo è riuscito ad inanellare un filotto imponente di vittorie. 5 gare affrontate senza paura dai miei ragazzi, complice l’esplosione del colombiano, arrivate nel momento clou. Mentre gli altri arrancavano, il diesel domenghino macinava punti e scalava la classifica fino al rocambolesco 3-3 di pochi gironi fa. Un peccato aver abdicato al terzo posto, ma sinceramente il collega Luca Brindisino ha dimostrato sul campo di meritare il podio. Pensate sia poco, viste le premesse? Per me vale come la ri-conferma di una squadra con i cosiddetti.

Penso sia chiaro che i vostri supporters riconoscano il carisma del Domingo, ma non crede che dopo lo scudetto sia tempo di arrivare a podio con più assiduità?

Le assicuro, pane per i miei denti. Lei mi da l’opportunità di fare chiarezza sulla portata del fenomeno Atletico Domingo 2003. Innanzitutto, in pochi possono fregiarsi di essere una società con 10 anni di storia. Proseguendo vorrei mettere i giusti accenti sulla nostra avventura in Green. Questo è il quinto anno di partecipazione e la nostra bacheca parla di uno scudetto, per giunta vinto al terzo anno con record di punti e gol fatti nella storia dell’intero circo Green (64 punti e 72 gol, ndr.), una Green Cup, un Trofeo Green, due titoli cannonieri sfiorati e persi all’ultima giornata ed una finale di Supercoppa. Non siamo mai retrocessi anche quando, dopo il tricolore, la sorte si accanì senza darci scampo. Apparentemente, perché ci salvammo arrivando al decimo posto proprio come lo stimato collega Lorusso. Devo continuare? Si, mi faccia finire il mio autoelogio. Per una volta. Non me ne voglia l’MPG, ma io considero valido il Ranking Green non dal 2004, bensì dal Maggio 2006. Dai report consegnatami proprio dal Presidente di Lega, la prima stagione a 16 squadre ricorre in quella data. Il che significa che nessuno fin ora ha fatto doppietta scudetto. Questo le fa capire quanto e come sia diventato dura questa competizione. Simonetti ha iscritto il Domingo tre stagioni dopo lo start-up, arrivando quinto all’esordio esattamente con gli stessi punti (45, ndr) odierni. E poi siamo terzi a +40 nella speciale classifica di “Quelli che i numeri …” (quattro anni, partenza 2009/2010, ndr) per gol fatti e subiti, e quarti, a solo 10 punti dal podio, nella graduatoria dei punti fatti da una squadra che ha quasi il doppio dei nostri anni di partecipazione (Curtale, ndr). A me sembra che il Domingo goda di ottima salute e, di questo passo, non mancheranno altri piazzamenti illustri …

Per “piazzamenti illustri” cosa intende?

Dico solo che, se il trend verrà confermato, non mi stupirei se Napoli vivrà altri festeggiamenti. Vorrei anche sottolineare che hanno calcato il manto dell’Angelo Domenghini campioni del calibro di Buffon, Nesta, Benatia, Maggio, Sneijder, Vidal, Di Natale, Milito e ovviamente un certo Samuel Eto’o. I tifosi sono orgogliosi di tutto questo. Può starne certo.

Presidente la ringrazio per la sua “inaspettata” loquacità. Ha qualcosa da aggiungere prima di congedarsi?

Vorrei solo che Napoli tutta apprezzasse il nostro modo di agire e che certe frange critiche del tifo possano godere prossimamente di altre soddisfazioni. E’ quello che più mi sta a cuore. Vi saluto con una piccola chicca: è in cantiere un progetto per costruire un nuovo stadio che superi le 60.000 unità. Per farlo occorrerà far bene sin dalla prossima cruciale stagione in cui il Domingo si gioca un pezzo forte della propria credibilità. Il vostro “uomo di fiducia” farà di tutto per far crescere la Napoli in Green.

3 pensieri riguardo “Il Gazzettino Domenghino 2012-13

  • “dal Maggio 2006…nessuno fin ora ha fatto doppietta scudetto. Questo le fa capire quanto e come sia diventato dura questa competizione..”

    verissimo

  • madò cmq stupenda la foto di Quarto, sembra un’altra vita fa, invece stiamo parlando solo di inizio stagione, ma quanta acqua sotto i ponti è passata??

  • uah Luca … io già nu teng cchiù capill! Me lo fai pure notare?
    Io sto più o meno senza ora come nella foto di Quarto! uahuahauahuah!

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