Serie A Green
Il Gazzettino DomenghinoSTAMPA

Le interviste del Gazzettino Domenghino

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“E’ Simonetti-show!”

“Giura di dire tutta la verità, nient’altro che la verità?”. Potremmo dire di si. Il presidente del Domingo torna a rispondere alle domande del Gazzettino Domenghino dopo mesi di silenzio stampa. Il cammino stagionale della sua creatura sportiva è ben lontano dai fasti della vittoria del campionato della passata Serie A Green. E’ giunta l’ora di fare chiarezza sul progetto della dirigenza partenopea e chi, meglio del patron, può rassicurarci dopo le pressanti critiche mosse dalla tifoseria azzurroblé? Cominciamo:

Presidente, come giudica il periodo nero della sua squadra? Perché non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali fino ad ora?

E’ tutto più semplice di quanto si possa pensare. Dopo i trionfi della scorsa stagione è stata impostata una strategia societaria volta al cambiamento. Sin dalla campagna acquisti di quest’anno ho voluto fare piazza pulita di alcuni collaboratori in seno alla società. Ho assunto nuovi talent – scount per sondare il mercato; non che non mi fidassi dei miei ex-soci, ma sono convinto che dopo un’annata di successi è necessario dare nuove motivazioni all’ambiente, a partire dall’organigramma tecnico della società. Mi assumo tutte le responsabilità di fronte ai tifosi, ma ci tengo a precisare che quando si volta pagina c’è bisogno di tempo per far si che l’ambiente e la squadra assimilino le nuove direttive. Le critiche sono sempre ben accette, anzi, sono io stesso a metterci la faccia con la squadra ed il tecnico negli spogliatoi. Non sono abituato a sbandierare certe cose in pubblico e non inizierò a farlo adesso. Più volte i microfoni di Skaif-Tv hanno cercato di strapparmi confessioni a fine gara, ma ho sempre declinato per il bene del gruppo e dei tifosi. Loro sanno che sono un tipo focoso; certe mie dichiarazioni a caldo avrebbero potuto peggiorare una situazione che, già di per sé, non è semplice.

Molti addetti ai lavori le imputano di aver fatto delle scelte azzardate in campagna acquisti, la coppia Milito-Pazzini ad esempio. Non pensa di aver toppato nell’anno più cruciale della sua avventura in Green, cioè quello della riconferma ai vertici dopo la conquista del titolo?

Le ho già risposto in merito agli acquisti. Io ci metto i soldi, sono i collaboratori che mi sono scelto a fare le scelte. Ecco, se proprio devo imputarmi qualcosa dovrei prendermela con chi ha effettuato queste operazioni di mercato. Non è quello che ho fatto, comunque. Penso che, per come si erano messe le cose ad inizio stagione, prendere il tandem Pazzini-Milito non sia stato un errore. Il “Pazzo” era reduce da un finale di stagione al top, 11 gol in poche giornate di campionato e la sua straordinaria capacità di incidere sul risultato finale di una partita. Per “El principe”, invece, il discorso è più ampio e risale a qualche stagione fa. Tutti dimenticano che quest’anno abbiamo salutato il nostro condottiero: tale Samel Eto’o. 

Non mi sembra cosa da poco. Il camerunense, oltre ad essere un campione sul campo, rappresentava quel quid in più per l’amalgama del gruppo. Solo un uomo come Milito poteva sostituirlo. Diego è già stato con noi in passato e vi posso assicurare che riaverlo qui mi ha riempito di gioia. Non foss’altro per questo e, per la sua capacità di fare spogliatoio, ritengo che sia stato un acquisto coi fiocchi; un degno sostituto di Eto’o. La realtà del campo è un’altra cosa. Il calcio è strano: ti esalta e ti abbatte in modo veloce e senza che tu ne renda conto.

Sono fermamente convinto, quindi, che la storiella della “maledizione del campione uscente” sia una di quelle boiate da bar sport che non mi appartengono. E’ solo un periodo infelice a cui ne io, ne il tecnico, ne la squadra ed i tifosi potevamo prepararci. Il Domingo è una squadra con i contro cazzi e questo lo dimostreremo sul campo, non a parole. Poi, se il verdetto della classifica dirà che ci sono squadre molto più avanti di noi, e per questo retrocederemo, sarà ben felice di accollarmi la pioggia di insulti che arriveranno da una piazza calda e difficile come Napoli. Ci siamo spiegati!

Quindi lei pensa di aver allestito una squadra all’altezza per il suo tecnico. Sul mister, poi, ha qualcosa da dire? Non sempre si è fatto trovare pronto, non trova?

Allora parlamm e nun c’ capimm! Le ho detto che la squadra c’è e che si farà di tutto per migliorarla a partire dalla sessione di calcio mercato alle porte. Su mister Simonetti c’è poco da dire. E’ stato lui l’artefice principale della vittoria domenghina dell’anno scorso e non è certo diventato un brocco di colpo! Simonetti è Simoentti e questo non si discute!

Non vorrei contraddirla, ma lei non pensa che senza quel tridente nella finale di Supercoppa avrebbe un altro trofeo in bacheca oggi? Non dev’essere stato facile, poi, perderla contro l’odiato ACAB di questa stagione? Mi correga se sbaglio.

Si che la correggo: voleva dire AGAB. Sappiamo tutti che Gallicchio ha ereditato il “culo” che avevamo noi l’anno scorso. Al di là di tutto, vorrei che fosse chiaro che è mia responsabilità se abbiamo perso quella finale. Quindi, non mi rode che alla nostra bacheca manchi quel trofeo. Preferisco perderne uno che rimangiarmi la parola data ad un uomo come Gallicchio. Avevo promesso che la mia squadra fosse scesa in campo col tridente, e così è stato. Il mister mi aveva ampiamente avvertito del rischio eventuale di giocare in 10, ma io non ho voluto sentire ragioni. Se avessimo vinto quella finale sarebbe stato ancor più bello sfottere il mio collega Marco. Tutto qui, a dimostrazione del fatto che la base della squadra c’è. Quella partita l’avrebbe vinta il tecnico e la squadra senza il mio dictat. Ai tifosi l’ho già spiegato faccia a faccia. Una sera sono venuti a contestarmi sotto casa. Volete sapere come è andata a finire? Chiedetelo al capo Ultrà. Avevamo entrambi una mazza in mano. Ho detto tutto.       

Quindi lei non ha remore, né rimpianti su come sta andando la stagione del Domingo. Non le sembra alquanto inusuale, per lo meno anacronistico?

Anacronistico, inusuale (con occhi minacciosi) … ma che cazz’ e domand m fai! Non mi sembra niente di tutto ciò. Intendevo dire quello che ho detto; se lei non ha capito, se ne faccia una ragione! L’importante è che capiscano i lettori e se lei parlasse più semplice, magari si capirebbe di più il tutto. Devo scappare, arrivederci!

Ma presidente … Si è offeso? presidenteee! (si dilegua senza lasciare traccia!)

Intervista a dir poco movimentata, quella che ha coinvolto oggi pomeriggio il nostro reporter in quel di Firenze. Il Presidente si trovava lì per affari. Dalle risposte seccate, si direbbe che i tifosi domenghini  debbano preoccuparsi maggiormente. La squadra, intanto, è in ritiro spirituale presso il convento di San Gennaro a Pozzuoli. Da fonti ben confermate, il baby fenomeno Torje sarebbe alle prese con il parroco don Egidio per redimersi dai recenti peccati di alcoolismo. 13 Ave Maria e 2 Padre Nostro la pena da scontare.

Intanto, per gli appassionati di ricorsi storici, al 10’ turno della Serie A Green 2010/2011 il Domingo era da solo al comando della classifica con ben 22 punti. Oggi è tutto diverso. Le giornate sono sempre 10, ma gli azzurroblù hanno ben 14 punti in meno e sono al 13’ posto. Lo stesso che, un anno fa, occupava il Mojito di Linciano a quota 11 punti. La testa della classifica era lontana 11 punti per i bianco verdi, mentre il Domingo 2011 dista ben 15 punti dalla capolista Acab (a quota 23). Insomma, nemmeno con cinque vittorie consecutive dei nostri ragazzi, si potrebbe sperare nella rincorsa scudetto. Gallicchio dovrebbe fare 0 punti in altrettante gare. Roba da fantascienza.

Caso vuole, però, che già dalla prossima partita l’Acab potrebbe perdere i tre punti proprio contro il Domingo. All’Angelo Domenghino, infatti, è in programma il big-match del 18 dicembre che vedrà i partenopei ospitare proprio la capolista; la stessa che, un anno prima, venne travolta in terra Novolese per 2 a 3 (risultato ricorrente anche in questa stagione in occasione delle  due uniche vittorie azzurroblù) proprio dagli odiati domenghini. Di quella battaglia si ricordano bene gli sfottò napoletani del dopo partita. Chissà che non sia la volta buona per il Domingo, di invertire la rotta. E’ lecito sperare, poi, che la dea-bendata sia più clemente nei confronti dei nostri ragazzi. Non ditelo al presidente però, potrebbe risentirsi.

0 pensieri riguardo “Le interviste del Gazzettino Domenghino

  • mi spiace caro macrello ma per la sua rinascita dovrà aspettare ancora un pò… al massimo posso concedere un punto, ma che dico nemmeno quello…

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