Serie A Green
Il Punto di Torgio GiosattiSTAMPA

Il Punto di Torgio Giosatti – 30′ giornata

Il Delinquere ne ha 2!

Domenico Sergi bissa in diretta streaming il successo del 2008, quando beffò al fotofinish l'Acab. Il Curtale si consola con la Champions, dove l'anno prossimo giocherà Celtic e non Cusci. Salvo Labbari, giù Flipper.

Firenze

I nastrini della mitica coppa si tingeranno di nero e amaranto, perché il Delinquere è Campione SerieAGreen 2013/14. Alla fine i timori della vigilia di una squadra scarica, spaventata e psicologicamente in balia degli eventi si sono paradossalmente riversati tutti sul Curtale, che in teoria non aveva nulla da perdere. Troppo lunga e faticosa la rincorsa degli arancioblu verso il miraggio della vetta che hanno potuto solo sfiorare con le dita. Costretto a schierare il tridente, Dario Brindisino ha visto dissolversi sulle panchine di Milan e Inter il sogno scudetto, trafitto dai gol di Bergessio e Okaka con Icardi e Balotelli inermi: sulla carta una bestemmia, ma nel fantacalcio può succedere anche questo. Ciononostante le emozioni e le palpitazioni non sono certo mancate durante la diretta streaming promossa da Le Saette di Lorusso (come potete vedere nella foto, tutti i protagonisti in fibrillazione), grazie alla quale tanti fortunati hanno potuto godere della trasferta del Delinquere a Firenze in casa Curtale, “arbitrata” dal super partes Paolo Memola. I gol di Callejon e De Jong in serata non hanno certo migliorato il colorito cutaneo di Domenico Sergi, che più che un calabrese pareva un turista scandinavo in vacanza in Italia, sconsolato dopo aver trovato il mare chiuso… In ogni caso, Sergi e Brindisino sono i vincitori di questa stagione 2013/14 e difatti rinnoveranno la sfida infinita con la SuperCoppa Green 2014/15. Nel frattempo, si consoleranno sicuramente con una pioggia di nominations, tra cui però abbiamo individuato dei “grandi delusi”. Nel Delinquere, sicuramente Bonaventura e Henrique avrebbero meritato una menzione, il primo per la definitiva consacrazione nella massima serie, il secondo per essere arrivato a gennaio da perfetto sconosciuto ed essersi addirittura meritato la convocazione mondiale col suo Brasile, a suon di 7 in pagella. Dall’altra parte i grandi assenti sono Mario Balotelli e Stefano Mauri; se per il primo la polemica vien da sé anche senza pretesti, per il secondo si tratta di una vera e propria discriminazione: una scelta di campo che la redazione rivendica, nonostante vada riconosciuto a Dario Brindisino il merito di averlo letteralmente dissotterrato al costo di 3 mld.

La lotta per il terzo posto se l’è aggiudicata al fotofinish il Mojito, anche grazie alla sciagurata resa del Flipper e al contemporaneo pareggio del Pace con lo Star16. Alla fine Llorente risulta decisivo e Stefano Linciano agguanta così un podio che è ben più di un premio di consolazione, considerate le varie gite a Medjugorie che i neroverdi sono stati costretti a compiere in questa stagione. L’harakiri del Pace, però, ha messo in un certo senso le cose a posto: Eugenio Del Bosqov nelle ultime 4 partite, ovvero da quando il Curtale gli ha restituito le 5 pappine dell’andata, ha collezionato la miseria di 2 punti in classifica, lasciandosi clamorosamente andare anche in finale di Europa Green. Come previsto, da febbraio in poi il declino dei rossoblu è stato lento e inesorabile e se il campionato fosse durato un altro paio di mesi, probabilmente li avremmo visti ancora più giù. Complice anche un Tevez che, dopo essere stato decisivo per buona parte del torneo, ha mollato proprio sul più bello, sgretolando i sogni di Del Bosqov che lo avrebbe voluto vedere capocannoniere e, al tempo stesso, perdendo proprio sul rush finale la candidatura tra i migliori capitani stagionali. A conti fatti, però, si tratta pur sempre del miglior piazzamento di sempre nella storia di questo club che, ricordiamolo, aveva in panchina un allenatore all’esordio dopo lo spezzone del campionato scorso. Una postilla sicuramente incoraggiante per il futuro, così come lo sono i nomi dei vari Scuffet, Ceccherini (uno che veniva dalla D…) o Sturaro scoperti dai pugliesi durante l’anno.

Marcello Simonetti lo aveva dichiarato: centrare il quinto posto equivarrebbe ad un successo e così è stato. Il mister partenopeo ha voluto chiudere in bellezza la stagione, schierando quel 4-2-4 che a settembre era molto più di una bella intenzione ma che alla lunga si è rivelato essere troppo dispendioso, specialmente se non supportato da un centrocampo realmente all’altezza. Un’annata, quella domenghina, costellata da alti e bassi, con la solita costante incapacità di infilare la stoccata finale nelle coppe ma al tempo stesso l’occhio clinico per investire sui vari Gabriel Silva, Vrsaljko e soprattutto il peperino greco Feftatzidis, che però rimarranno clamorosamente fuori dalle nomination nonostante il Domingo sia la società con più chances di vittoria nelle premiazioni finali: ben 1 candidatura su 4, infatti, porta i colori azzurroblè.
A cedere il passo a Simonetti è stato Totò Alaimo, scivolato al sesto posto. Il manager siciliano, dopo la vittoria in Green Cup e la matematica qualificazione in Champions, ha concesso una giornata di vacanza anticipata ai suoi, che si sono presentati in casa contro il Lupiae senza i vari Juan Jesus, Pjanic e Immobile, solo per citarne tre. Una disfatta anticipata ma che non cancella l’ottima stagione biancoazzurra che verrà sicuramente costellata di nominations.

Tre punti più sotto troviamo il Celtic&St.Pauli. E’ notizia dell’ultim’ora che Piero Barbaro e Stefano Santini potrebbero non esserci alla festa di Corato 2014. Un’indiscrezione tutta da confermare, certo, ma che significherebbe una caduta di stile davvero notevole per i detentori della prestigiosissima coppa (che nel caso dovrebbe essere consegnata per tempo a qualche altro romano per poterla far pervenire in Puglia). Una stagione comunque dal segno più per i capitolini, che pur non riuscendo nell’impresa di ripetersi hanno messo in bacheca la Supercoppa e la prima Europa Green della storia, confermando la bontà della strategia fantacalcistica che l’anno scorso li aveva portati allo scudetto: una spina dorsale formata da big in ogni ruolo, il resto dell’organico composto da giocatori prevalentemente di grosse squadre e un acquisto mirato a gennaio che possa fare da ciliegina sulla torta. A prendersi la scena nell’ultima giornata, però, non è stato Jorginho bensì Obinna, fin lì evanescente nel Celtic come nel Chievo ma autore della doppietta finale che ha condannato il Cusci alla Green Cup: per questo motivo, Barbaro lo ha pubblicamente definito “i 200 mld meglio spesi dell’asta invernale”. A beneficiare dell’ultimo posto in Champions disponibile è stato dunque il Terlizzi di Paolo Memola. Partito fortissimo grazie agli exploit di Giuseppe Rossi, dopo l’infortunio di Pepito sono venuti fuori tutti i limiti dell’organico azzurrogranata: a cominciare dall’attacco, che Memola ha dovuto totalmente ricostruire dopo la vera e propria fuga dei vari Borriello e Niang, fino alla difesa, un tallone d’Achille rimasto scoperto fino al’ultima giornata, in cui i pugliesi hanno patito l’inferiorità numerica proprio a causa della carenza di difensori. Il terzo posto in Champions è un’ulteriore zolletta di zucchero per i tifosi del Terlizzi, che addolcirà loro il dispiacere per non vedere in nomination pupilli del calibro di Reina, Albiol, Pirlo e Pereyra.

Una delusione certamente non paragonabile, però, a quella dei supporters del Cusci. Vito Lorusso aveva esaurito tutti gli aggettivi disponibili per descrivere il proprio stato d’animo al fischio finale di Cusci-Celtic, terminata 2-2. In vantaggio praticamente per tutta la partita, i lucani già assaporavano il gusto della qualificazione Champions proprio a danno dei laziali, quando invece Victor Obinna ha deciso di salire in cattedra e trasformare il sogno in un incubo. Lorusso stava già mettendo in valigia l’abito delle grandi occasioni per la Champions Green 2014/15, invece dovrà di nuovo tirare fuori il completo casual visto che riparteciperà alla Green Cup, quello stesso trofeo che gli è sfuggito quest’anno in finale contro un Akragas devastante, capace di batterlo 4-0. Una consolazione, e nemmeno poi così magra, è stata la vittoria del Trofeo Green ma soprattutto del titolo cannonieri di Gonzalo Higuain, che continua la tradizione inaugurata da Cavani, sebbene quest’ultimo mise a segno ben 26 reti contro le 20 del suo successore.

L’Acab di Marco Gallicchio si è salvato e questa già potrebbe essere una notizia, visto che in molti (dovremmo dire praticamente tutti) dopo l’asta di febbraio ne avevano già scritto il necrologio. La decisione, parsa lì per lì scellerata, di sfaldare la squadra pur di riportare a Novoli bandiere mai ammainate come Palombo, Pellissier ma soprattutto Di Natale, alla fine si è rivelata azzeccata non solo sul piano del marketing (in cui da sempre la società giallonera è attentissima) ma anche su quello dei risultati. La magica coppia Totti-Di Natale, infatti, ha fatto sognare a tal punto i tifosi del Vito Fazzi da galvanizzare persino la squadra di calcio locale, il Novoli appunto, che si è immedesimata nei propri eroi tanto da raggiungere un’incredibile promozione nell’Eccellenza Pugliese. Anche per questo, Marco Gallicchio e il suo Acab avrebbero meritato uno dei tre premi d’oro più importanti della SerieAGreen, ma la dura e spietata legge dei numeri (non si possono inserire più di tre nomination a premio) stavolta ha prodotto anche questa ingiustizia. Il rovescio della medaglia, invece, ci dice che il Flipper ha avuto ciò che secondo tanti si meritava: una bella retrocessione all’ultima giornata, condannato dalle contemporanee vittorie proprio di Acab e Labbari. Difficile descrivere il modo in cui Fabrizio Mangia non ha onorato il campionato in queste ultime giornate, Green League compresa. Un atteggiamento inspiegabile ma non certo insolito, visto che il Terlizzi l’anno scorso era stato beffato dalla nonchalance di Flipper che, non dando la formazione, consegnò lo scudetto al Celtic. Proprio per questo Paolo Memola ha riproposto quest’anno una regola fortemente repressiva per quanto riguarda chi falsa il finale di campionato: fortuna per Mangia che entri in vigore solo dalla prossima stagione.

Salvezza meritata anche per il Labbari di Marco Tedone, nonostante tutto vittima di una clamorosa contestazione mediatica da parte dei tifosi e dell’ambiente tutto. I biancorossi hanno disputato un campionato sempre in lotta per la salvezza, nonostante gli iniziali proclami societari che definivano l’organico 2013/14 come “il più forte Labbari di sempre”. Una squadra da scudetto, insomma, schierabile col 4-2-4 ma che le zone alte della classifica non le ha mai viste a cominciare dalla prima giornata, quando Tedone schierò erroneamente Zapata montando un putiferio sulla stampa locale dopo che, giustamente, gli fu data la sconfitta a tavolino. Questa prima pietra dello scandalo aveva già indispettito i tifosi pugliesi, che però non hanno mai smesso di sostenere la squadra fino al picco dei 35mila tifosi al San Carrassi per lo storico derby vinto col Lupiae 5-1. Gli attriti creatisi durante il corso dell’anno sono via via peggiorati sia a causa del lungo silenzio stampa di Tedone sia del traumatico addio di Diamanti a mercato concluso, fino a deflagrare proprio in occasione di un altro derby, altrettanto importante, ossia quello in Green League perso da malamente da Tedone 2-0 senza dare la formazione, che ha condannato i baresi all’umiliante ultimo posto nello speciale Scalone delle coppe. Da quel momento, la pazienza dei tifosi è finita ed è cominciato un tam tam mediatico per chiedere all’attuale dirigenza di farsi da parte, sfruttando l’hashtag #compratelabbari. Un’onda anomala che ha coinvolto semplici cittadini come personaggi famosi, appassionati di calcio così come le massaie di Corato, molte delle quali per munirsi di smartphone e partecipare sono corse laddove ricordavano ci fosse un rivenditore di arnesi elettronici (presumibilmente a fine anni ’70), salvo poi trovarci una sala slot in cui comunque entrare e rovinarsi. A questo punto Marco Tedone ha davanti a sé un’unica soluzione possibile per ritrovare il feeling coi tifosi: la vittoria. L’anno prossimo non saranno sufficienti i ricordi di lontani secondi posti o finali di Champions perse perché dei fac simile di calciatori inciampano sul dischetto del rigore decisivo. Il 2014/15 potrà e dovrà essere la stagione del Labbari, o non immaginiamo quale possa essere altrimenti l’hashtag dedicato a Tedone…

A proposito di hashtag, #regaliamosorrisi è stato il leit motiv di un’altra grande delusa del campionato: il Lupiae. Gli iniziali cinque mesi disastrosi, coincisi con lo scandalo della Lupiae Servizi che ha portato poi alla cessione di alcuni big per ripianare gli arretrati, hanno non solo declassato i salentini dalla Champions alla Green League, ma li hanno di fatto condannati a una retrocessione annunciata. A nulla è servito un girone di ritorno da podio condotto dai verdeazzurri e a Lecce è ormai chiaro a tutti come il ciclo che ha regalato ai tifosi due terzi posti, una Champions e una Supercoppa sia ormai tramontato. La rincorsa verso il miracolo salvezza, cominciata una sera di febbraio con i tifosi sotto la sede prima del derby col Curtale, si è esaurita solo all’ultima giornata nonostante un trionfale 4-0 rifilato a domicilio all’Akragas. Dopo un mercato di riparazione interno ed esterno che aveva fatto ricredere gli addetti ai lavori sulla definizione di “bollito” affibiata troppo presto a Luca Brindisino, la vittoria in Green League è una punta di dolce in una stagione amara ma che ha lasciato all’ambiente più di qualcosa da cui ripartire. Sicuramente ci sarà la Mitropa Green, da giocarsi contro il Celtic; più difficile sarà rivedere in verdeazzurro il pupillo Cuadrado, spesso incensato da Brindisino come “il miglior giocatore del campionato” ma che nonostante cotanta sponsorizzazione è rimasto inspiegabilmente fuori da tutte le nomination.

Travagliatissima anche la stagione di Amici di Moira Orfei, a cominciare dall’asta quando Roberto Bartolomucci ha emulato fino a peggiorare la svista che il collega Simonetti aveva avuto ai difensori, acquistando addirittura un decimo centrocampista in rosa. La sua esclusione dalla lista dei nominati al premio Fair Play, dunque, sa di beffa considerando l’atteggiamento esemplare avuto dalla società di Cisterna nell’accettare i provvedimenti lampo presi dalla Lega, per una situazione anomala che non era ancora stata legiferata. Una signorilità che non è passata inosservata ai più e che avrebbe forse meritato maggior considerazione dalla giuria popolare, che non ha valutato forse il romanticismo di un eventuale ritorno della Lampioka Fair Play in quel di Cisterna. Tornando al fantacalcio giocato, il secondo posto in Champions Green (peraltro in una finale già scritta) non può cancellare una stagione anonima in cui i biancolilla non sono mai sembrati realmente competitivi: sicuramente un duro colpo per il Ranking di Bartolomucci, che adesso vedrà il rivale pontino Dario Brindisino prendere ancor più le distanze.

Decisamente censurabili anche le prestazioni di Wailers e Star16. Angelo Tarantino si è sperticato in operazioni di marketing, trasferendo la franchigia da Santa Cesarea Terme a Copertino, costruendo un nuovo stadio e cercando di riavvicinare i tifosi alla squadra. Salvo poi abbandonarli nel giorno più importante, preferendo loro un matrimonio che, ricordiamolo, è la prima causa di divorzio in Italia. Il manager salentino si è reso protagonista di alcuni scambi rivedibili, da Dias per Pasquale fino a Thereau per Klose, risuscitatosi solo per fare doppietta al Lupiae e dopodichè ritornato nel letargo dell’infermeria, che potrebbe addirittura costargli il Mondiale. Giuseppe Corasaniti ha già messo in archivio questa stagione sciagurata, in cui ogni tassello è sembrato messo nel posto sbagliato al momento sbagliato, ed è già proiettato verso il 2014/15. Confermata la presenza del patron Maggiore alla festa finale di Corato, non si sa ancora quale sia la decisione definitiva presa dal veterano manager di Calimera circa la sua permanenza o meno nei ranghi della franchigia. C’è un indizio non indifferente, però, che potrebbe farci giungere a una conclusione: nella Fiat 500 rossa che solcherà le autostrade da Roma verso la Puglia, insieme a Corasaniti ci sarà anche un altro personaggio, Giovanni Bonaccolta. Spesso invocato nei momenti più bui dell’annata arancioviola come possibile traghettatore, Bonaccolta è un altro catanzarese doc che si potrebbe presentare addirittura nei panni di socio del Corasaniti. E se non è un indizio questo, poco ci manca: da una parte, l’ultimo posto di quest’anno ha insegnato a Corasaniti che gestire da solo una società in SerieAGreen è molto più che dispendioso, occorre pazienza, esperienza e soprattutto qualcuno che ti copra le spalle nelle difficoltà; dall’altro lato, se si muove anche da Catanzaro un pezzo così grosso come il Bonaccolta, allora vuol dire che la decisione finale Gigi Maggiore potrebbe averla non solo già presa, ma anche comunicata ai vertici societari del Kitty’s In Coola. Staremo a vedere cosa succederà, di sicuro Maggiore terrà un discorso pubblico rivolto a tutti i partecipanti alla SerieAGreen in cui spiegherà anche i motivi del suo gesto.

2013-06-22 22.29.47Nel frattempo fervono i preparativi per Corato 2014: già domani sera avremo un piccolo antipasto in quel di Lecce dove si riuniranno per una cena i rappresentanti di Mojito, Lupiae, Cusci, Pace e, probabilmente, anche l’Acab. Essi non mancheranno di testare la nuova patch SerieAGreen per Fifa14, segnalandone eventuali bug o correzioni. Ma essenzialmente, questa sarà la settimana delle nominations. Quest’anno la redazione ha accolto sin da febbraio suggerimenti e sponsorizzazioni delle singole squadre e, grazie a quel lavoro certosino, i 39 premi da assegnare sono stati composti: certo, ora non sarà facile ultimare la descrizione di ben 117 nominations, nessuno se ne abbia se alcune saranno più corpose, simpatiche o pertinenti di altre. Quel che è certo è che anche quest’anno avremo ben due novità: il Lorenzo Stovini d’Oro, per il miglior stakanovista di ciascuna squadra che con le sue presenze ha garantito voti e continuità al proprio mister, e il Valeri Bojinov di Legno, detto anche premio “Via col Vento”, per il giocatore che, andandosene via al mercato di gennaio, ha lasciato il proprio mister con un palmo di naso, la precedenza e la grana di doverlo sostituire.
I grandi assenti dei premi di quest’anno li abbiamo citati, adesso tocca ai protagonisti.

 

Torgio Giosatti

8 pensieri riguardo “Il Punto di Torgio Giosatti – 30′ giornata

  • Fabrizio Mangia

    Tante cose belle sul mio conto..mi spiace ragazzi sono da un mese a Verona per un’esercitazione …retrocessione meritata..sarà addio?

  • Non ci pensare neanche!

  • Flipper te squartu!
    X Torgio: scenari e analisi oserei dire da Oscar, ma il Domingo reclama per quelle poche righe dedicategli. 😀

    Mitico Giosatti. 

    PS: sto finendo i numeri con tanta fatica!

  • Lupiae Calcio 1996

    Mangia lei è già al centro dell'attenzione, non occorre che si accenda ulteriori riflettori addosso, per cui non dica boutade!!!

    Simonetti questa frase era giustappunto per lei: "nessuno se ne abbia se alcune saranno più corpose, simpatiche o pertinenti di altre". 117 descrizioni da fare in una settimana in cui ho un sacco di altre cose da fare, potrei sentirmi male!!!
    PS: non ero io quello del commento sui numeri!

  • delinquere

    grande Torgio, in quest'articolo ho rivissuto un'anno intero..

  • delinquere

    io invece, mi vergogno a dirlo, sono ancora alle prese con photoshop e tu invece hai quasi completato le nominations…

  • delinquere

    mi sa che alle nomination si leggerà spesso il nome del domingo 🙂

  • Lupiae Calcio 1996

    il 26 maggio non le avevo neanche iniziate, tranquillo Domè 😉

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *