Serie A Green
COMUNICATI UFFICIALINominations

LE NOMINATIONS UFFICIALI 2011/12

A CURA DI TORGIO GIOSATTI.

Ecco finalmente tutti i riconoscimenti finali della stagione da assegnare mediante il voto della giuria popolare e che saranno consegnati durante la festa finale sabato 9 giugno a Roma.

Ricordiamo che ogni franchigia può votare solo 1 volta, che il voto è segreto e va espresso indicando la preferenza per ciascun riconoscimento con una mail indirizzata a serieagreen@libero.it entro e non oltre domenica 27 maggio 2012. 

Buona lettura e buon divertimento!

PREMIO MATUSA (MIGLIOR PENSIONAMENTO DELLA STAGIONE): Quando un grande giocatore si ritira e va in pensione, è sempre un onore fargli vestire la propria fantamaglia nella sua ultima stagione agonistica. Il Matusa d’Oro premia il miglior giocatore all’ultimo anno di attività.

–       IVAN RAMIRO CORDOBA (LABBARI): si pensiona un simbolo dell’Inter e della SerieAGreen che abbiamo avuto nelle nostre squadre per 12 lunghe stagioni. Nella sua carriera ha vinto quasi tutto, compresa una Coppa America nel 2001 da capitano della Colombia. Da tifoso nerazzurro, Marco Tedone gli offre una slot nel suo Labbari retrocesso fino alla fine del campionato nonostante Cordoba non giochi praticamente mai.

–       ALESSANDRO DEL PIERO (CUSCI): da juventino qual è, Vito Lorusso sarà come tutti un po’ amareggiato per come è finita la fiaba in bianconero di Alex Del Piero. Ma da Presidente del Cusci, sarà orgoglioso di aver stampato il nome di Pinturicchio nella storia della sua franchigia, offrendogli una maglia rossoverde nella sua ultima stagione in SerieAGreen. Standing ovations e lacrime da Torino a Possidente.

–       ALESSANDRO NESTA (CURTALE): un altro eroe di Berlino 2006 che lascia i nostri terreni verdi in cerca di un pensionamento dorato in qualche sperduto mega impianto sportivo nel mondo. “Non ce la faccio a reggere questi ritmi”, ha dichiarato Alessandro Nesta a fine stagione, interpretando forse anche i pensieri di alcuni manager della SerieAGreen. Ma non certo quelli di Dario Brindisino, che può fregiarsi di averlo avuto in rosa prima del definitivo addio.

MIGLIORE COREOGRAFIA: tra campagne abbonamenti, coreografie, striscioni, volantini e manifesti, la Serie A Green si riempie facilmente di colori durante la stagione. Dai grafici di professione ai dilettanti allo sbaraglio, tutti si cimentano e in qualsiasi caso le risate non mancano. E da quest’anno ecco sbarcare i video…

 

–       MARCO GALLICCHIO (ACAB): praticamente ha aperto una televisione, i suoi video escono con regolarità sorprendente, gli abbonati aumentano e l’anno prossimo arriverà in dote un nuovo stadio in quel di Novoli.

–       ROBERTO BARTOLOMUCCI (AMICI): un cortometraggio alla blob con vaghe tinte psichedeliche: gli elefanti rosa danzanti che si intrecciano con le prodezze dei protagonisti di Amici di Moira Orfei 2011/12 meritano di essere vissuti con stupefacenti di qualità elevata.

–       PAOLO MEMOLA: il riadattamento dello sketch de “La Capa Gira” per la campagna abbonamenti del Terlizzi 2011/12 puzza di capolavoro. In settanta secondi c’è tutto: intensità, messaggio, musica, risate e doppi sensi. Paolo Memola si supera con un video storico nonostante una stagione immediatamente da archiviare.

DAVID SESA D’ORO (migliore new entry): questo premio è dedicato al migliore straniero alla sua prima stagione nel campionato italiano e, ovviamente, al manager che ha creduto in lui.

–       ARTURO VIDAL (DOMINGO): pur di inserire lui Antonio Conte abbandona il suo credo tattico a 4 punte e lo affianca a Pirlo e Marchisio a centrocampo, seppur con un ruolo meno offensivo di quello a cui era abituato. Il Domingo ci investe 105 mld e Arturo Vidal si fa protagonista di un campionato tutto in crescendo, iniziato con un normale periodo di ambientamento e concluso alla grande a suon di gol e voti alti, che contribuiscono alla rincorsa salvezza azzurroblu.

–       MIROSLAV KLOSE (AKRAGAS): non era poi così scontato che un vecchietto del calcio internazionale approdasse in Italia a 34 anni da svincolato e facesse una stagione da protagonista assoluto, tanto che con la sua assenza per infortunio sia la Lazio che l’Akragas hanno avuto una flessione non indifferente. Miroslav Klose ha dimostrato a tutti che la classe non è acqua e che il mestiere di bomber non ha età.

–       MIRALEM PJANIC (PACE): era sul taccuino di molti presidenti, ma non è mai facile puntare sulle new entry in SerieAGreen e spenderci (135 mld) come ha fatto l’Atletico Pace di quest’anno in più di un’occasione. Il caso di Miralem Pjanic è esemplare, perché si è dimostrato forte sia nel presente che in prospettiva, centrocampista duttile e moderno capace di ricoprire molteplici ruoli e in tutte le fasi di gioco.

GRAZIANO PELLE’ D’ORO (‘segnatevi questo nome’): Quante volte si prende un giocatore che proviene dalla Primavera, magari spesso manco convocato, giusto come ‘riempimento’? Spesso, direte voi. Meno spesso, però, capita che questi ‘riempimenti’ esplodano. Ma quando succede, anche se da gennaio o solo nel finale di stagione, è giusto sottolinearlo. E segnare i nomi sul taccuino.

–       FABIO BORINI (PACE): non era certamente tra gli acquisti più pubblicizzati del mercato della Roma di quest’anno e Patruno lo ha messo sotto contratto praticamente con gli ultimi 8 mld di spicci che si trovava in tasca, sperando di far uscire almeno un voto tra lui Osvaldo e Okaka. Ne escono invece 23, con 9 gol e 7,17 di media. E conseguentemente, anche la Nazionale italiana. L’anno prossimo necessariamente titolare fisso.

–       GIACOMO BONAVENTURA (TERLIZZI): aveva fatto una grande stagione in Serie B con l’Atalanta ed era segnalato dai vari tomi e manuali pre-asta, ma c’era il concreto rischio che non andasse oltre le 10 o 15 presenze. Paolo Memola crede in lui, lo compra a 58 e specialmente nella prima parte di campionato ha un voto fisso ogni domenica, a volte anche superiore alla sufficienza. Da seguire con attenzione.

–       MATIJA NASTASIC (AKRAGAS) Si è conteso fino all’ultimo momento la nomination con Manolo Gabbiadini, suo compagno di squadra nell’Akragas, ma alla fine l’ha spuntata lui, Matija Nastasic. Questo difensore serbo della Fiorentina pagato 3 mld da Totò Alaimo, infatti, ha più presenze ed anche più gol rispetto alla giovane punta dell’Atalanta e dell’Under 21 e a suon di prestazioni ha ricacciato in panchina tutti alla Viola, dal suo competitor diretto Camporese fino a capitan Gamberini.

ALESSANDRO CONTICCHIO D’ORO (miglior capitano): la regola del capitano a volte può far vincere la classifica cannonieri persino a Eugenio Corini. Per questo è fondamentale avere sempre in rosa un giocatore dal ‘6 fisso’. Ma ancor più importante è schierarlo e metterlo capitano…

–       ANDREA BARZAGLI (LUPIAE): nel Lupiae 2011/12 lui e Isla sono due sicurezze assolute per quanto riguarda la fascia di capitano. Quando il cileno si fa male, però, Andrea Barzagli si carica sulle spalle tutto il peso di questa responsabilità e riesce ad alzare anche la Champions da capitano goleador, oltre che a garantire sempre un minimo di 8 in pagella fisso a Luca Brindisino. Un incubo per Amici di Moira Orfei, che lo voleva sin dall’inizio e al quale Barzagli segna in ogni occasione.

–       CLAUDIO MARCHISIO (CURTALE): è stato l’anno della sua definitiva consacrazione. Ora Claudio Marchisio è a tutti gli effetti uno dei migliori mediani su piazza in Europa, alla pari dei De Rossi, Gerrard, Lampard e Schweinsteiger, forse un gradino sotto solo agli spagnoli. I suoi inserimenti vincenti sono stati il sale della Juve di quest’anno e una manna dal cielo per Dario Brindisino, che lo elegge quasi sempre a suo capitano.

THIAGO SILVA (CELTIC): il suo infortunio segna lo spartiacque in negativo nella stagione del Celtic&St.Pauli. Thiago Silva è per il secondo anno consecutivo il perno della difesa di Piero Barbaro e ovviamente anche il capitano della squadra biancoverde, che grazie alle sue continue sufficienze si poneva nel lotto delle favorite. Il brasiliano è un predestinato, Nesta lo ha eletto come suo erede.

GIGI GARZYA DI LEGNO (peggior capitano): da quest’anno assegnamo anche il premio come peggior capitano, andando a individuare chi, anche a causa dell’impuntarsi del proprio fantamister, ogni settimana non riusciva a superare il 4 in pagella…

–       ANDERSON HERNANES (TERLIZZI): la fantamedia del 6,63 con una media del 5,84 non può sicuramente bastare per evitare a Hernanes la nomination del Gigi Garzya di legno. Paolo Memola gli affida spesso la fascia nonostante i suoi alti e bassi, che spesso lo hanno fatto finire in panchina e ben 21 volte sostituito da Reja, costringendo il Terlizzi a ricorrere al vicecapitano.

–       DANIELE DE ROSSI (ACAB): l’eredità di Totò Di Natale come capitano dell’Acab era sicuramente pesante ma inizialmente De Rossi sembrava sulla stessa positiva strada del suo predecessore. Poi però, vuoi per il calo della Roma, vuoi per i continui cambi di ruolo a cui è sottoposto, cede pure lui alla deriva generale nella scellerata seconda parte di campionato che costa a Marco Gallicchio lo scudetto.

–       STEFANO MAURI (LABBARI): si erge a rappresentante di tutti coloro che nella rosa del Labbari quest’anno hanno floppato con la fascia di capitano dei biancorossi al braccio. Insieme a lui, infatti, Marco Tedone ci ha deliziato con i vari Sneijder (poi ceduto), Antonelli, Aquilani, Lucio, Schelotto, Campagnaro, Sculli, Mutu e perfino Buffon per almeno 8 volte, in cui solo in due occasioni il portierone ha preso meno di 5,5. A quel punto era meglio non dare la formazione che mettere Mauri capitano, 5 volte su 6 sotto la sufficienza.

ERNESTO CHEVANTON D’ORO (migliore rivelazione): la migliore rivelazione fa da contraltare alla meteora, ossia si tratta o del giocatore più o meno sconosciuto al primo anno di Serie A (Green) oppure del classico sottovalutato di lusso che non solo imbrocca la stagione, ma si rivela essere calciatore di spessore a lungo termine.

–       SIMONE PEPE (STAR14): un altro che meritava maggiore considerazione da parte di Prandelli, che invece gli ha preferito Giaccherini. Arriva alla Juventus come sicuro comprimario, riserva di Krasic a destra nel 4-2-4 di Conte. Poi però cambia tutto e Simone Pepe conquista rapidamente il posto da titolare non tanto grazie alle sue doti tecniche, bensì a quelle tattiche e agonistiche, che consentono alla squadra maggiore copertura in fase di ripiegamento. Ciononostante realizza addirittura 6 gol e 3 assist, con una fantamedia di 6,85 in 30 presenze. Gigi Maggiore lo compra come terzo centrocampista a 30 mld tra le risatine generali, poi però tutti cercano di strapparglielo. Inutilmente.

–       MARCO RIGONI (AKRAGAS): è sempre stato considerato il fratello sfigato di Luca Rigoni del Chievo. E in effetti fino a questa stagione in serie A poteva vantare solo 1 presenza, a 17 anni, con la Juventus. Dopo 15 anni, Marco Rigoni si riaffaccia sui palcoscenici importanti col Novara neopromosso praticamente da sconosciuto e Totò Alaimo, fine conoscitore del torneo cadetto, non se lo fa sfuggire investendo su di lui 49 mld. Che fosse rigorista lo sapevamo, ma che facesse 11 reti, 4 assist e 7,19 di media in 35 presenze è stata a tutti gli effetti una rivelazione.

–       MAXIMILIANO MORALEZ (PACE): un uomo dai mille soprannomi. Al Racing, in argentina, lo chiamavano El enano, il nano; al Velez invece El Frasquito, “lu bottiglietta”; a Bergamo, infine, Ol Picinela, il piccoletto. Ad Andria, invece, Maximiliano Nicolas Moralez è semplicemente Maxi, diminutivo del suo nome o forse maxi come i risultati che l’Atletico Pace ha capitalizzato grazie ai 71 mld spesi per lui. Moralez, in fondo, era solo una delle tante novità sudamericane approdate in questa stagione nel nostro campionato. A StefanoMario Patruno, dunque, oltre ai già goduti 5 gol, 6 assist e 6,53 di media in 34 presenze, va il merito di averci creduto veramente.

PREMIO “CHI L’HA VISTO?” : questo premio è la versione ancor più sfigata, se possibile, della maggiore delusione. Perché se quest’ultima è frutto di prestazioni opache e caterve di insufficienze, il “chi l’ha visto?” viene usualmente assegnato a chi, contro tutti i pronostici, il campo proprio non l’ha visto. A volte perché in ospedale, palestra o infermeria. A volte perché in discoteca…I giocatori sul viale del tramonto sono i maggiori indiziati alla nomination.

–       MILOS KRASIC (AMICI): il 4-2-4 di Conte avrebbe dovuto esaltarlo, ma sin dal ritiro estivo si era capito che qualcosa non stava funzionando con Milos Krasic. Ciononostante Roberto Bartolomucci ci spende 121 mld e lo riconferma anche a febbraio, sperando in una precedenza ad aprile, ma lui finisce in tribuna e molto probabilmente lo rivedremo in un altro campionato: un flop da 6 presenze, 1 gol fortuito e 5,58 di media.

–       ELJERO ELIA (TERLIZZI): per essere sicuro di non sbagliare, Paolo Memola acquista anche Estigarribia, per fare tutto un pacchetto con gli 81 mld spesi per Eljero Elia, talentuoso esterno olandese che la Juventus ha prelevato in estate a suon di milioni. Le 3 partite in cui vede il campo sintetizzano impietosamente la fallimentare stagione delle scelte azzurrogranata, tant’è vero che lui si è già affrettato a dire a tutti che è sul mercato, ma alla fine è rimasto svincolato anche al fantacalcio. Auguri.

–       TAYE TAIWO (WAILERS): uno dei colpi di Galliani a parametro zero, arriva al Milan per fare il titolare e Angelo Tarantino ci punta investendo 40 mld più l’acquisto della sua riserva Zambrotta. E forse è stato proprio questo l’errore, dato che al suo addio a gennaio (dopo 5 presenze e 5,63 di media) Taye Taiwo ha dichiarato: “Sono triste, vado via. Soffro ogni giorno perché Zambrotta non si vede mai agli allenamenti, ma spunta sempre il venerdì e la domenica gioca lui”. Amen.

DELIO ROSSI D’ORO (resurrezione dell’anno): questo premio va a chi, considerato bollito, oppure messo fuori rosa o in lista per il trasferimento, riemerge dal periodo buio per regalare soddisfazioni ai manager che, seppur con la tentazione di cederlo, hanno saputo insistere.

–       ANDREA PIRLO (CUSCI): c’è chi dice che Andrea Pirlo meritasse il premio come miglior acquisto dell’anno, grazie ai suoi numeri strepitosi che lo hanno riportato nel gotha del calcio che conta a suon di prestazioni e assist nella Juve e nel Cusci, dopo che aveva passato l’intera stagione scorsa a marcire sulle panchine di Milan e Star13. Lasciato andare via a parametro zero dai rossoneri, questo artista del pallone avrebbe teoricamente dovuto giocare nel centrocampo a 2 della Juventus, per cui c’era più di qualche dubbio sulla sua titolarità e soprattutto sulla sua tenuta fisica. Tutto in archivio, almeno per quest’anno Pirlo è risorto.

–       GASTON RAMIREZ (PACE): era separato in casa, vittima della cupidigia dei soliti procuratori che vogliono spremere fino all’ultima goccia i propri assistiti chiedendo rinnovi a cifre non ripetibili. Fatto sta che Gaston Ramirez era stato anche messo fuori rosa dal Bologna prima dell’asta, tant’è che StefanoMario Patruno lo prende a 80 facendo tutti gli scongiuri. E un bel giorno voila, contratto firmato, tutti sorridenti e Ramirez di nuovo al centro di mille trattative di mercato. Ma soprattutto di nuovo in campo per il Pace a fare gol e assist.

–       EMANUELE CALAIO’ (ACAB): questo è il classico giocatore di cui si diceva sempre: “E’ un attaccante di categoria”, intendendo che i gol li sapesse fare solo e soltanto in Serie B. Non per il Siena e non per Marco Gallicchio, che rispolvera in questa stagione Emanuele Calaiò pagandolo 140 mld e ottenendone un rendimento inaspettato e 11 gol, che hanno fatto cavalcare a lungo ai tifosi nerogialli il sogno scudetto. Come si fa male lui, l’Acab affonda. E non è un caso.

CARLO REGALIA DI LEGNO (maggiore delusione): grandi nomi, grandi firme e spesso anche grandi pacchi. Gente navigata, palloni gonfiati e strapagati ma infine inconcludenti sono i principali candidati a questo premio.

–       DIEGO FORLAN (LUPIAE): Il Lupiae ci aveva fatto la campagna abbonamenti con Vucinic, ma la sua non è di certo stata una stagione all’insegna dei risultati. Arrivato tra le migliori aspettative, addirittura per sostituire nell’Inter la capacità realizzativa e di carisma di Eto’o, Diego Forlan ha obiettivamente steccato una stagione in cui verrà ricordato per aver messo a segno soltanto due reti, una delle quali alla prima giornata, quindi utile solo a far lievitare il suo prezzo all’asta di settembre (400 mld!). E l’altra quando Luca Brindisino lo aveva messo in panca preferendogli un altro asso di bastoni, tale Amauri…

–       ANDERSON HERNANES (TERLIZZI): era stato il David Sesa d’Oro l’anno scorso con i Wailers di Tarantino e Mancini, ma evidentemente a Terlizzi non si è mai ambientato. Per Paolo Memola doveva essere il top player e trascinatore della squadra, che costruisce su misura per lui, tanto da non acquistare poi grandi nomi in attacco. Nonostante la possibile minusvalenza (il suo cartellino è stato pagato 210 mld), il manager pugliese decide di non lasciarlo nemmeno ad aprile e lui per tutta risposta e soltanto 3 giorni dopo l’asta, si procura una lesione muscolare del bicipite femorale della coscia sinistra che lo fa tornare sulle spiagge del suo Brasile con 5 giornate di anticipo rispetto alla fine del campionato. Buon bagno.

–       DJIBRIL CISSE’ (AMICI): se era finito a giocare in Grecia un motivo ci sarà stato e l’accoglienza in grande stile al suo arrivo all’aereoporto di Fiumicino a qualcuno aveva fatto già presagire l’odore di bufala. Poi si sa che in Italia, se hai una pettinatura per così dire eccentrica, il tifoso non ti guarda di buon occhio e al primo pallone sbagliato se la prende col tuo barbiere. Tutto sommato bene per Djibril Cissè che comunque è riuscito a trovare una sistemazione nonostante il 5,94 di media da un altro amico brizzolato, Flavio Briatore, presidente del QPR. Non tanto bene invece per Roberto Bartolomucci, che si è beccato per 251 mld un pacco colossale da quella che in teoria doveva essere la punta più forte della sua rosa e che invece ha segnato solo ad agosto, prima dell’asta. Difficilmente lo rivedremo in SerieAGreen. Cissè, si intende.

MIMMO CATALDO D’ORO (migliore intuizione): la migliore intuizione è sempre quella che nasce dal nulla. L’anonimo pagato 1, il panchinaro fisso che poi ruba il posto o il gregario che imbrocca la stagione d’alto livello, per la felicità del fantallenatore che l’ha scelto.

–       ANTONIO NOCERINO (STAR14): 10 gol, 35 presenze e 6,94 di media. No, non sono i numeri di Hamsik, ma quelli di Antonio Nocerino, fortemente voluto da Luigi Maggiore che lo ha scelto come secondo centrocampista della rosa proprio dopo “Marekiaro”, pagandolo un’inezia: 33 mld. Per sicurezza, poi, prende anche Van Bommel e Gattuso, ma l’intuizione era giusta: il titolare fisso è lui, indipendentemente. Ed è come avere un altro Hamsik.

–       SENAD LULIC (DOMINGO): molto sponsorizzato dal suo manager Marcello Simonetti, questo esterno bosniaco proveniente dal campionato svizzero viene inserito dalla Gazzetta nella lista dei difensori, e per di più in molti lo danno come panchinaro. Ma se il Domingo lo paga solo 24 mld e prende tra l’indifferenza generale a poco prezzo anche i vari Vidal, Tomovic, Torje e Destro, evidentemente la rete di osservatori a disposizione dei partenopei deve aver fornito dei dossier esclusivi. Su Lulic, in particolare, segnalandone le capacità offensive che poi si concretizzeranno in 4 gol, 2 assist, 6,71 di media e 26 presenze, anche per colpa di un infortunio. Meglio di lui solo Basta, che però è costato al Cusci circa 7 volte tanto e all’asta di novembre.

– PABLO DANIEL OSVALDO (PACE): “L’hanno pagato troppo, non può essere una pippa”. Questa è la frase con cui StefanoMario Patruno apre la conferenza stampa di presentazione di Pablo Daniel Osvaldo come punta del Pace. E se non è un’intuizione questa. Eppure tantissimi lo davano dietro ai vari Totti, Bojan e perfino Borriello nelle gerarchie iniziali di Luis Enrique, credendo che questo italoargentino fosse un pacco, una minestra riscaldata già passata per il nostro campionato con le maglie di Lecce, Bologna, Atalanta e Fiorentina. E’ costato 122 mld, 2 in più di Morimoto, ma ha fatto 11 reti e insieme a Borini (ma non Boateng!) ha tenuto il Pace in vita fino all’ultima giornata.

GAUCHO TOFFOLI, IL METEORITE DI LEGNO (la meteora dell’anno): la meteora dell’anno è di solito un nuovo arrivo, preferibilmente straniero, che arriva con la nomea di quello che deve spaccare tuttora che alla fine, bene che gli vada, va via a gennaio… 

–       ZE EDUARDO (AKRAGAS): la cosa che più dispiace analizzando la parabola di questo giocatore brasiliano è rileggere i titoli di giornale che ne hanno accompagnato l’avventura italiana. Arrivato, come sempre succede in questi casi, in pompa magna, qualche infortunio inventato dallo staff medico dell’Akragas e del Genoa ne avrebbe voluto facilitare l’inserimento. Ma nonostante poi sia stato il campo a parlare, poco in verità, ma quanto bastava, i giornali non hanno smesso di titolare che “Ze Eduardo vuole aiutare il Genoa”, “Ze Edu vuole far capire di essere la scelta giusta”, “Ze Edu vuole conquistare il Grifone”, fino a darne per certa la partenza a gennaio direzione Santos o West Ham. Salvo poi smentire e accorgersi che Ze Eduardo era rimasto lì, imperterrito, a candidarsi come meteora dell’anno.

–       SANTIAGO SILVA (DOMINGO): questo argentino è arrivato in Italia dicendo che il suo soprannome era “El Tanque”, il carrarmato, nick peraltro già abbondantemente in uso da un altro argentino, Denis, uno che i gol li fa veramente. Subito beneamino del pubblico domenghino, Santiago Silva mette in mostra delle doti tecniche che in Italia solitamente si vedono dall’Eccellenza in giù, facendo disperare i propri compagni e gioire le difese avversarie. Quando pochi giorni prima della sua cacciata da Firenze i compagni gli fanno battere un rigore ininfluente solo per spirito di pietà, Simonetti capisce che razza di meteora si è abbattuta sul suo Domingo quest’anno.

–       VALTER BIRSA (WAILERS): il suo arrivo era avvolto in un alone di mistero. Nei giorni precedenti all’asta iniziale, Angelo Tarantino riempiva colonne su colonne di tutti i quotidiani sportivi lanciando indizi su quale sarebbe stato il colpaccio dei Boca Wailers 2011/12, senza che nessuno riuscisse a indovinare. Ed effettivamente da indovinare c’era ben poco se il colpaccio risponde al nome di Valter Birsa, estroso fantasista sloveno, il cui vero ruolo in campo si suppone non lo sappia nemmeno lui. Secondo il mister gialloblu, questo centrocampista dal sinistro divino avrebbe dovuto spaccare mari e monti nel Genoa, ma alla fine con un investimento di 91 mld si ritrova una meteora da 6 presenze, 1 ammonizione e 1 espulsione. Arrivederci.

GINO DIMITRI D’ORO (miglior affare): il miglior affare di solito lo fa o chi acquista a settembre a un prezzo stracciato un giocatore che poi si rivelerà decisivo, oppure chi tramite scambi interni o riparazioni invernali azzecca il colpaccio, meglio se a scapito di qualcun altro…

–       GIOVANNI MARCHESE (AKRAGAS): e chi se lo aspettava. Giovanni Marchese da Delia (Caltanissetta), terzino del Catania in forza all’Akragas, in questa stagione ha siglato 3 gol (bellissimi), 2 assist e 6,2 di media in 33 partite giocate. Totò Alaimo lo scova libero al mercato di novembre tra uno spiedino e una salsiccia: mentre tutti gli altri alzano cifre spropositate per i vari Basta , Rosi, Morero, Ceccarelli e Vitiello, con meno di 80 mld il manager siciliano si assicura questo difensore che, insieme con Danilo e Nastasic, ha costituito il muro biancoazzurro davanti a Viviano (tra l’altro, portiere titolare pagato 18 mld a settembre…).

–       FRANCESCO LODI (DELINQUERE): in questo affare Domenico Sergi ha messo tutta la sua sagacia, esperienza e prontezza di spirito. Con tempismo perfetto aggancia Paolo Memola, la sua vittima preferita, proponendogli Gobbi, titolare al 50%, e Inler, probabile minusvalenza, in cambio di un signor centrocampista che avrebbe meritato più considerazione da Prandelli (con tutto il rispetto per Cigarini), dato che con una fantamedia di 6,89 e 9 gol fatti sarebbe stato un ottimo vice-Pirlo, in attesa dell’esplosione di Verratti. Non contento poi rifila al Terlizzi anche Corvia per Maxi Lopez, ma questa è un’altra storia…

–       MARCO DI VAIO (WAILERS): è l’inverno del 2011, il Terlizzi è già in difficoltà a e Paolo Memola piovono offerte multiple per i vari Hernanes e Lodi, dei quali però non si vuole privare. A mandare tutto a monte è Angelo Tarantino, che individua il nervo scoperto del mister pugliese e piazza la proposta che non si può rifiutare: Jokic, De Ceglie, Cerci e Maxi Lopez per Radu, Ariaudo, Dossena e Di Vaio, fino a lì abbastanza spento. Risultati: Jokic abbonato alla tribuna centrale del Bentegodi, Cerci dalle stelle alle stalle, Lopez dalla panchina del Catania a quella del Milan. Mentre a Santa Cesarea Di Vaio metteva a segno gol salvezza fondamentali, tra cui quello dell’ex alla 22’ giornata (con dall’altra parte Jokic e Maxi s.v., Cerci voto 3).

 

PEPPINO PAVONE DI LEGNO (peggior affare): è l’opposto del miglior affare. Di solito se lo aggiudica l’infinocchiato di turno oppure un giocatore perennemente infortunato.

–       ANGELO PALOMBO (CELTIC): è stata la telenovelas del mercato di riparazione di febbraio. Marco Gallicchio lo voleva a tutti i costi, ma il delegato di turno Curtale nel momento topico ha ceduto, non si sa quanto volutamente o con premeditazione, alla maxiofferta di Piero Barbaro: 199 mld per accaparrarsi Angelo Palombo, 3 presenze (un 6, un 5 e un 4,5) e una media del 5,17. Un pacco clamoroso, che insieme ad altri illustri sconosciuti sempre presi a febbraio come Edu Vargas e Belluschi, ha dato il là al lento ma inesorabile declino del Celtic, da franchigia dalle grandi ambizioni a squadra di calciotto (quando va bene).

–       MAXI LOPEZ (TERLIZZI): Le disastrose scelte dirigenziali del Terlizzi 2011/12 si possono con un po’ di fantasia riassumere tutte nel nome di Maxi Lopez. Senza tralasciare cammelli di razza come Pratto ed El Kabir (300 mld in 2), l’arrivo della punta argentina insieme al flop Cerci e ai panchinari Jokic e De Ceglie ha segnato un po’ il punto di svolta nel campionato di Paolo Memola, che da allora è letteralmente entrato in confusione. Alla fine Maxi Lopez non terminerà nemmeno la stagione in azzurrogranata, svenduto inopinatamente al Delinquere (che aveva il titolare Ibrahimovic) in cambio di un Corvia già ampiamente fuori dalle grazie di Cosmi.

–       VALERI BOJINOV (LABBARI): ritorna in Italia a gennaio nel Lecce con le velleità di chi deve spaccare il mondo, del bomber ritrovato pronto a salvare dalla B la squadra che l’ha lanciato. Più che altro, se ricordate, era l’unico attaccante presunto titolare disponibile e Marco Tedone, in completa difficoltà nel reparto avanzato, ha deciso di investirci ben 300 mld, dimenticando forse che il bulgaro era il detentore del Carlo Regalia di Legno 2011 come maggiore delusione del campionato. E difatti non si è smentito: il titolare era Muriel, Bojinov non ha quasi mai visto il campo (1 solo gol) ed è riuscito addirittura a peggiorare un reparto già di per sé fallimentare grazie ai vari rigori sbagliati da Mutu, le panchine di Borriello, Acquafresca (preso per Sneijder), Malonga e Larrondo.

ROBERTO RIZZO D’ORO (miglior giovane lanciato): ci sono giovani che a inizio campionato partono con il posto da titolare, ma non tutti hanno il coraggio di scommetterci, temendo scottature. Questo premio va al giovane che si è saputo affermare sia in Serie A che in Serie A Green.

–       LUIS MURIEL (LUPIAE): i video dei Mondiali Under 20 dove questo ragazzino colombiano aveva fatto furore in estate li avevano praticamente visti tutti. E un po’ tutti vantavano priorità sulla sua scoperta prima dell’asta, sperando forse di spaventare i concorrenti. L’unico ad affermare di non conoscerlo, parole sue, era proprio Luca Brindisino, che però con nonchalance se lo accaparra a settembre con 22 miseri miliardi, tra lo stupore generale. Qualche giornata di ambientamento per perdere qualche chilo e poi Luis Muriel è esploso in tutta la sua potenza atletica, tecnica e realizzativa, trascinando il Lupiae al terzo posto in classifica.

–       JUAN GUILLERMO CUADRADO (CURTALE): un altro dei gioielli dell’Udinese, il Domingo lo aveva scoperto l’anno scorso senza però riuscire a lanciarlo. Simonetti forse non ci ha creduto, così il Curtale di Dario Brindisino ne acquisisce cartellino e diritto di plusvalenza per soli 6 mld, il suo valore di partenza. E Cuadrado gli regala ottimi voti, dribbling ubriacanti e anche qualche gol e assist, oltre che praticamente la presenza da titolare fisso per tutto il campionato. Da grande squadra.

–       VICTOR IBARBO (CUSCI): quest’altro colombiano approda a Cagliari con la nomea di quello che corre tanto ma spesso inutilmente, peculiarità magari utile nei campionati sudamericani, un po’ meno in quelli europei. Vito Lorusso investe su di lui una slot a centrocampo per 6 miliardi e, anche se non sempre da titolare, ne guadagna praticamente un attaccante aggiunto che non può non ricordare un altro grande cagliaritano, David Suazo, per movenze e caratteristiche fisiche.

GUIDO ANGELOZZI DI LEGNO (peggior acquisto): di contro, l’Angelozzi di legno non risparmia chi invece ha fatto flop..

–       ALBERTO GILARDINO (STAR14): la nomination poteva anche essere data a Cassano viste le 15 presenze, ma 412 miliardi per 4 gol e 3 assist nonostante il cambio di maglia a gennaio tra Fiorentina e Genoa ci sembrano veramente troppi. Per Alberto Gilardino doveva essere l’anno del riscatto da concludere con la convocazione agli Europei, invece finisce la stagione in panchina messo da parte sia da Malesani che da De Canio, che lo rispolvera solo all’ultima giornata complice la squalifica di Palacio. Giusto in tempo per salvare lo Star14.

–       GIANPAOLO PAZZINI (DOMINGO): per lui Marcello Simonetti sgancia 420 mld a settembre, più di un quarto del buget totale per l’attaccante che con Gasperini sarebbe sicuramente stato la riserva di Milito. Milito che poi chiaramente la dirigenza domenghina ha dovuto gioco forza acquistare, spendendo altri 251 mld. 671 miliardi, insomma, che dovevano valere almeno un bomber titolare di una squadra pretendente allo scudetto. Né l’uno, né l’altro. Per paura della minusvalenza lo molla al Lupiae ad aprile e la sua slot verrà mestamente occupata da tale Filippi.

–       ALEXANDRE PATO (PACE): gioca poco (11 partite) e segna ancora meno (1 gol). Ben 14 infortuni lo tengono fuori tutto il campionato e questo lo avrebbe messo di diritto nelle nomination del “Chi l’ha Visto”, ma i 450 mld che Patruno sgancia per soffiare al Lupiae Alexandre Pato sin dall’asta di agosto meritano tutt’altro trattamento. Doveva fare la parte del bomber, ma si dice che MilanLab abbia talmente pompato i muscoli del Papero che la sua costituzione fisica non riesca a sopportare tanta esplosività. Nonostante Barbara Berlusconi non concordi con quest’ultima ipotesi, il Pace lo sega ad aprile: la media del 5,5 non è stata certo un incentivo per rischiare una minusvalenza.

PANTALEO CORVINO D’ORO (miglior acquisto): il Corvino d’oro va al miglior acquisto in assoluto, la star o comunque l’individualità che ha saputo fare la differenza.

–       ZLATAN IBRAHIMOVIC (DELINQUERE): i numeri parlano per lui, e non è una novità. La media è pazzesca, gol e assist arrivano come se piovesse, ben 33 reti in SerieAGreen e titolo di capocannoniere vinto con 8 lunghezze di distacco dal secondo. Forse la sua miglior stagione di sempre.

–       ANTONIO DI NATALE (FLIPPER): circola la voce sul suo probabile ritiro agonistico dopo gli Europei. Se così fosse, Flipper avrebbe goduto delle prodezze di Totò Di Natale per l’ultima volta, costantemente sopra l’8 in pagella e capitano abbastanza affidabile, segna 23 gol in Serie A Green e quasi sempre in partite che contano.

–       SEBASTIAN GIOVINCO (AKRAGAS): le squadre di Alaimo esaltano i giovani, ma lui ormai è non può assolutamente essere considerato una promessa. Sebastian Giovinco ormai è a tutti gli effetti un Top Player, capace di mettersi sulle spalle per lungo tempo da solo l’attacco dell’Akragas, che porta a suon di gol (25) e assist fino al quinto posto.

PANCHINA D’ORO (miglior allenatore): la scelta giusta alla giornata giusta, consegna in orario, non si distrae facilmente e sa anche contraddire i media. Queste le caratteristiche del buon allenatore.

–       VITO LORUSSO (CUSCI): in una stagione difficile dal punto di vista degli infortuni e delle tante gare giocate, gestisce al meglio il turnover non soffrendo troppo dei turni di riposo concessi ai vari Cavani, Lichtsteiner, ecc. Dosa ottimamente le energie tra Pandev, Del Piero e il sorprendente Thereau trequartista, non lesinando gli avvicendamenti di qualità attorno al sempre presente Pirlo. A un certo punto l’Acab sembrava imprendibile in testa, ma dalla decima in poi il Cusci non perde più: 20 risultati utili consecutivi. Una lunga rincorsa, il sorpasso e il sogno che si avvera: e alla fine saranno ben 9 i punti di distacco dai nerogialli secondi.

–       MARCO GALLICCHIO (ACAB): anche quest’anno si conferma ai vertici della Serie A Green, portandosi a casa un secondo posto (come all’esordio con l’Acab, nel 2008), Supercoppa e Trofeo Green, e approdando anche nella finale di Green Cup. Domina il campionato praticamente per tutto il girone d’andata, dove perde solo alla 4’ col Lupiae, poi una serie incredibile di risultati positivi fino all’inevitabile débacle fisica dei grandi vecchi Totti, Pellissier e De Rossi. Il fatto che non abbia vinto lo scudetto forse è la notizia più brutta per gli altri mister della Serie A Green, perché significa che Marco Gallicchio anche l’anno prossimo sarà ancora lì, affamato, a lottare nei quartieri alti.

–       MARCELLO SIMONETTI (DOMINGO): alzi la mano chi avrebbe scommesso sulla salvezza dell’Atletico Domingo. Nessuno, forse neanche Marcello Simonetti stesso, costretto com’era a piangersi addosso davanti alla stampa dopo ogni sfortunata sconfitta. Le pressioni post-scudetto, infatti, hanno caratterizzato tutta la prima parte di campionato del Domingo, caratterizzata da qualche errore di formazione. La società, inoltre, gli aveva messo a disposizione un parco giocatori senza capo né coda, con qualche spunto, molti doppioni e di sicuro troppo Siena. Lui ha saputo riorganizzare 25 persone che sembravano essere capitate a Napoli per caso in una squadra vera, capace di rianimare persino un Milito solo apparentemente svuotato e di salvarsi con una giornata d’anticipo evitando così l’onta della retrocessione da campioni in carica.

PANCHINA DI LEGNO (peggior allenatore): un premio temutissimo, solitamente non va a chi ha la squadra più scarsa, ma a chi non è stato capace di gestire bene la rosa durante la stagione.

–       PAOLO MEMOLA (TERLIZZI): a un certo punto è quasi a rischio esonero, non si contano più i richiami ufficiali ricevuti dalla Lega per mancata consegna della formazione. Il Terlizzi 2011/12 è una squadra allo sbando, dilaniata nello spogliatoio anche a causa di una sciagurata gestione societaria ma anche e soprattutto abbandonata dal suo allenatore, cosa che appare ancor più grave visto il palmares non certo invidiabile di Paolo Memola. Solo dopo varie sollecitazioni si risveglia nel finale e torna al timone di una nave oramai alla deriva, ma quando era il momento di salvare la faccia e dare l’esempio durante la burrasca, il capitano era sotto coperta.

–       LUIGI MAGGIORE (STAR14): aveva iniziato lanciando proclami grandiosi sia dalla panchina che dalla scrivania, ha finito lasciando la rosa in autogestione, ingenuità che ha addirittura giovato allo Star14 che così si è salvato all’ultima giornata. Certo, il campionato spezzatino non aiuta specie chi sta fuori, ma Wednesday Night dopo Wedsnesday Night Maggiore arrivato a schierare infortunati e squalificati, dimostrando di aver perso totalmente il controllo di un organico, che pure era stato faticosamente costruito in sede d’asta prima e attraverso le deleghe di mercato poi.

–       MARCO TEDONE (LABBARI): protagonista di una serie eccessiva di dimenticanze, l’assenteismo di Tedone raggiunge il culmine quando non dà la squadra nemmeno nella finale di Green Cup, che sarebbe stato il primo trofeo del Labbari. Ma nemmeno consegnare la formazioni a terzi su facebook chiedendo a loro di pubblicarla sul blog è un buon biglietto da visita per un allenatore che, dopo la fortunata stagione scorsa, quest’anno ha dato prova che per misurarsi ai piani alti di certi palcoscenici occorre tutt’altro spessore.

PREMIO FAIR PLAY, ZDENEK ZEMAN D’ORO: è probabilmente il riconoscimento più ambito in Serie A Green. A contenderselo di solito i manager che, durante la stagione, hanno saputo dare sfoggio ed esempio di correttezza, serietà e spirito sportivo, sia dal punto di vista formale che informale.

–       LUIGI MAGGIORE (STAR14): era partito con le migliori intenzioni, ma in tempi non sospetti lo ha detto: il nuovo Kitty’s In Coola avrà bisogno di un “uomo di campo”. Ma anche se la sua presenza sul blog ormai è limitata a qualche formazione (non troppe) e un paio di commenti da massimo 5 parole, se ormai non ci sono più nemmeno “Quelli della Notte”, se malauguratamente la sua decisione dovesse essere quella di passare la mano e non avremmo più quest’uomo che con baldanza ogni anno si fa dai 2 voli in su Londra-Roma, quanto ne perderebbe la SerieAGreen?

–       STEFANO LINCIANO (MOJITO): all’asta di settembre quasi scatena una rissa quando caccia dal cappello con la visiera una manciata di spillette SerieAGreen. Per fortuna ci si accorge subito che ne ha per tutti (e anche di più). Affronta la traversata Lecce-Roma a/r anche a febbraio per una riparazione soltanto illusoria, lunga solo il tempo di qualche titolo di giornale ma abbastanza per ubriacarsi a botte di vino bianco di Aprilia. Dulcis in fundo: nonostante qui da noi retroceda malamente mentre a Lecce stravince il FantaMaradona (campionato a 14 squadre), la formazione del Mojito, che sia sabato o mercoledì, campionato o amichevole, in SerieAGreen non manca mai.

–       DOMENICO SERGI (DELINQUERE): oramai può considerarsi uno dei veterani della Lega e anche il suo ruolo all’interno di essa è consolidato. Con pazienza e diplomazia, i suoi interventi sul blog sono sempre puntuali e risolutivi nel mitigare situazioni di contrasto o al contrario nel sollecitare i colleghi in discussioni importanti laddove la partecipazione risulta scarsa. Esempio costante nella sua capacità di non creare mai problemi pur senza aver mai paura di esprimere la propria posizione.

SCRIVANIA D’ORO (miglior presidente): questo premio va a chi ha messo in piedi la rosa più competitiva, sapendo gestire bene l’equilibrio acquisti-cessioni dall’inizio alla fine, negli scambi interni come negli esterni.

–       VITO LORUSSO (CUSCI): ci ha messo tutto, compreso un nome nuovo, per dimenticare la sfortunata stagione d’approccio alla Serie A Green e in questa, che rappresenta il suo vero esordio, centra subito il colpo grosso. Attentissimo all’asta iniziale, si affida a sette fedelissimi tra cui Julio Cesar, Cavani, Agostini e Thereau, punta tutto su uno snobbato Pirlo e allestisce una rosa che viene ritoccata pesantemente solo a novembre con l’arrivo, azzeccatissimo, di Dusan Basta. Dopodichè Lorusso si può perfino permettere il lusso di “sprecare” ad aprile l’unica precedenza a centrocampo, lasciando agli avversari la decisione sull’acquisto (Obi), totalmente consapevole dei mezzi del proprio organico.

–       LUCA BRINDISINO (LUPIAE): era un’annata decisiva per il Lupiae: dopo le due retrocessioni di fila, sbagliare ancora avrebbe significato per Luca Brindisino la caduta definitiva negli inferi. E invece il presidente salentino ha saputo far risorgere la squadra anzitutto nella mentalità, facendola tornare a grandi livelli e capace di battere negli scontri diretti tutte le altre big di questa stagione. Cinico sul mercato sia per sé che per gli altri, le casse del Lupiae sono sempre in attivo grazie ai numerosi prestiti e scambi interni vantaggiosi. I risultati sono un titolo, la Champions Green, dopo 5 anni di digiuni e un podio in campionato, con tanto di brividi finali per l’Acab secondo (più una buona fetta di salvezza dello Star14…).

DOMENICO SERGI (DELINQUERE): ormai tutti l’hanno capito che lui sa come si costruisce una squadra. Quello che ha saputo dimostrare quest’anno è che sa anche come mettere le giuste pezze laddove la rosa mostri qualche lacuna. In particolare Sergi ha saputo rivoluzionare la squadra quando era il momento giusto, anticipando perfettamente i tempi delle débacle dei giocatori che stava per vendere e allo stesso tempo pizzicando ottimamente potenziali affari nascosti momentaneamente tra le tribune o le panchine delle squadre avversarie come Diamanti, Pinzi, Barrientos, Lodi (tutti nella top 15 dei centrocampisti) o anche Jeda, Maxi Lopez, ecc.

SCRIVANIA DI LEGNO (peggior presidente): ci sono annate in cui si sbaglia tutto, si compra a troppo e si rivende a poco, si investe male e si ripara peggio. La scrivania di legno è forse il premio che nessuno vorrebbe ricevere.

–       PIERO BARBARO (CELTIC): un uomo distrutto nel suo lato migliore: il fantacalcio. Considerato dall’opinione pubblica più che un esperto nel settore, quest’anno ha deciso di collezionare figuracce a destra e a manca e adesso tutti lo invitano nei propri tornei come squadra cuscinetto. In SerieAGreen, ad esempio, parte come al solito con velleità da scudetto, poi sbaglia tutto sul mercato con scelte da harakiri come vendere Izco e Bellini e comprare varie sòle come i vari Faraoni, Palombo, Edu Vargas, Belluschi, ecc. Grazie a queste scellerate operazioni, il Celtic&St.Pauli retrocede all’ultima domenica, dopo aver vinto una sola volta in tutto il girone di ritorno e 5 gol segnati nelle ultime 11 giornate.

–       PAOLO MEMOLA (TERLIZZI): Nei ritrovi pre-asta di settembre Paolo Memola si presenta puntualmente armato di grafici e numeri alla mano si convince di poter prevedere gli andamenti di giocatori e squadre. Quello che però non riesce mai a prevedere è che all’asta le teorie dell’alta finanza vanno a ramengo e l’alta tensione fa fallire anche le strategie meglio congegnate. Ciononostante alle riparazioni è attendista, apparentemente ci crede, salvo poi pentirsi e in preda al panico svendere la squadra, fino a lasciarla annegare sul fondo della classifica, sperando che ad aprile qualcuno gli prenda due o tre titolari tra gli scartati.

–       MARCO TEDONE (LABBARI): arriva all’asta di settembre già col panico di doversene andare presto. Appena si “scopre” il perché, ogni presidente capisce che l’asta di Marco Tedone, presidente del Labbari secondo nel 2010/11, finirà lì. Lo mettono tutti in mezzo, rifilandogli in attacco i peggio panchinari a prezzi esorbitanti tanto da fargli rischiare addirittura il falso in bilancio, salvato da un benevolo collega grazie ad una famosa telefonata da 60 centesimi. Per Tedone, poi, riparare una squadra è forse anche peggio che costruirla: dai vari Zarate (prima preso in prestito a peso d’oro e poi scambiato con Quagliarella) passando per i Ghezzal (150 mld) e Bojinov (300 mld), il tocco di Tedone ha un non so che di magico, perchè come la fa la sbaglia.

Come vedete, riconoscimenti e nominations non sono numerati.
Per cui quando votate non scrivete 1-a, 2-c, 3-d ecc. ma copiate e incollate il nome del premio con la vostra scelta sotto.
Grazie!

0 pensieri riguardo “LE NOMINATIONS UFFICIALI 2011/12

  • Ah, ma la mail serieagreen@libero.it funziona ancora allora! Avevo capito che bisognava creare un nuovo account!

  • impeccabile come sempre..grande luca

  • delinquere

    che onore e siceramente sono anche un po’ commosso e divertito…
    bellissimo leggere certi commenti, essere in gara per il premio Fair Play non ha prezzo…e anche gareggiare contro mr Brindisino mi daà una certa carica:-)
    grazie di esistere SerieAgreen,
    le votazioni le mandero’ con calma perchè quest’anno è dura…

  • cominciano ad arrivare già i primi voti!!!!

  • Però il Lupiae meritava la nomination come miglior coreografia, se posso permettermi…

  • ringrazio tutti chiaramente. com’è ovvio c’erano tantissimi altri che avrebbero meritato la nominations, penso a Totò come scrivania d’oro, oppure Boateng del Pace come peggior affare, Destro come miglior intuizione ecc. ecc. Non sempre si riesce a fare un sunto della stagione, ma il mio primo criterio di scelta è e sarà sempre il cercare di mantenere un certo equilibrio tra le squadre. Poi il campionato parla da sé, ma difficilmente troverete una squadra che non ha nemmeno una nominations, ecco.

  • io pensavo che i 7 minuti del mio mediometraggio non erano piaciuti perchè troppo lunghi!! 😀

  • delinquere

    invece i miei sono i peggiori tifosi d’italia…preparano la coreografia e neanche la postano oltre tempo limite…
    kmq il miglior video a di la delle coreografie resta l’omaggio di Gallicchio a tutti i presidenti della serieagreen…per fortuna su youtube ci sarà per sempre

  • a meno di 12 ore dalla chiusura dei seggi ha votato l’87,5% degli aventi diritto.
    grande affluenza ma ricordo che arrivare al 100% sarebbe record.

  • Non è mai stato raggiunto il 100%? questo è grave, molto grave… il voto è espressione di democrazia e libertà! Vota e fai votare!

  • Anche lo STAR14 ha votato. Un ringraziamento sentito ed un encomio all’emerito Torgio Giosatti per l’inappuntabile ed esaustiva elencazione delle nominations.
    A presto.

  • Ne manca uno solo quindi…

  • 93,7%…peccato.

  • E’ comunque un’eccellente affluenza eh!

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