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La Piazzetta dello Sport – Speciale eliminazione Nazionale

Ci vediamo in Qatar
(forse)

 

 

 

 

 

 

Il fallimento della Nazionale di Tavecchio, Ventura e Parolo era scritto dal giorno dell’asta iniziale:
quello di Spagna-Italia. E ora?

2008. 2010. 2014. 2016. 2017. Fatta eccezione per gli Europei con Prandelli, dove in finale abbiamo comunque preso una lezione di calcio dagli spagnoli, dai Mondiali 2006 in Italia non si fa altro che parlare di rifondazione. Parlare appunto. Perché farla poi è un’altra cosa. Senza andare troppo indietro nel tempo, Conte accettò la Nazionale dicendo: “A me di rifondare non importa nulla. Se vengo è per vincere”. E per poco non ce la faceva coi vari Eder e Thiago Motta. A Giampiero Ventura è stato chiesto, anzi imposto, l’esatto contrario: “In Europa hai vinto solo a Bilbao con Quagliarella e Maxi Lopez. Non fare il fenomeno: devi pensare soltanto a lanciare giovani”. Perfetto. “Voglio fare gli stage”. Nessun problema. “Vorrei iniziare il campionato una settimana prima ad agosto, per arrivare in forma con la Spagna”. Nun te allarga’. “Mi avete detto di far giocare i giovani e ce ne fosse uno titolare nel suo club in questo 2017/18″. Bravo, e questo a destra invece è il rubinetto dell’acqua calda. Ci presentiamo così con la Spagna dopo l’asta iniziale e Isco, nemmeno tra le furie rosse più pubblicizzate, fa girare come le trottole il nostro sperimentale 4-2-4. Dietro front. Mano a mano i giovani cominciano a sparire dalle convocazioni. Rispuntano i nomi di Eder. Astori. Parolo. Onestissimi faticatori del terreno verde. Generosi ed esemplari per impegno e rispetto della maglia. Ma
evidentemente bloccati su una soglia tecnica di medio basso livello internazionale per i loro oltre trent’anni. Aveva senso? “Non farò la fine di Giordano Bruno, bruciato in piazza per le mie idee: ditemi cosa devo fare e lo faccio”. Si potrebbe riassumere così il percorso di Ventura da settembre in poi. Lasciato solo da una federazione ignobile, che il rubinetto dell’acqua calda glielo poteva mostrare prima, per evitare docce fredde in pieno inverno che adesso ci costringeranno a guardare il
Mondiale di Russia in pigiama a letto, come i malati. Passo dopo passo, tempesta mediatica dopo tempesta mediatica, siamo tornati al punto di partenza: l’odioso 3-5-2 di Conte. Ma senza Conte. Coi giocatori più forti tutti fuori ruolo o panchinati, in un rimescolamento di carte talmente confuso che ci si è trovati a giocare a briscola col jack di picche. Tradotto, significano 24 cross alti all’andata e anche di più al ritorno contro la Svezia che ha un solo ed unico punto di forza: la difesa di marcantoni. Ventura che non sa l’inglese e a cui Florenzi deve spiegare che deve star seduto per non farsi espellere. De Rossi che vorrebbe fare il ct e contesta i cambi. Tavecchio, Lotito, Oriali e tutti gli altri che fanno il vento e mandano a piangere davanti alle telecamere il portiere più forte della storia del calcio dopo avergli organizzato sta bella festa d’addio. Nuova Zelanda, Slovacchia, Costa Rica e adesso anche la Svezia di Krafth, Rodhen ed Ekdal. Qualcuno fa giustamente notare che, qualora dovessimo qualificarci per Qatar 2022, Romagnoli giocherebbe il suo primo mondiale a 27 anni, Rugani a 29, Caldara, Bernardeschi, Berardi e Conti a 28, Florenzi a 31. E’ giusto, non sapete forse che l’età pensionabile è stata alzata fino a 67 anni e 4 mesi? E’ l’aspettativa di vita che è aumentata e anche gli atleti se ne devono fare carico. Peccato che gli altri poi facciano uscire gli Asensio, Mbappé o Meyer e i nostri non li facciamo giocare titolari nemmeno contro il Benevento. E deve giocare Douglas Costa, giustamente, uno scarto del Bayern Monaco da 40 mld. Da dove ripartire dunque? Un allenatore esperto e blasonato oppure un tecnico federale in “missione” per il paese? In altre parole: Capello o Di Biagio? Ancelotti o Guidi? Mancini o Paganin? Attenzione, perché la risposta potrebbe non essere così scontata. Affinché l’Europeo 2020 “itinerante” non sia l’ennesima “occasione di riscatto”, ma una tappa intermedia sfruttata con intelligenza. Per portare in Qatar una generazione esplosiva che possa tallonare e stimolare gli ormai quasi trentenni di cui sopra. Come avremmo dovuto fare già nel 2007, ma di questo nessuno ha mai chiesto scusa a Donadoni, eliminato agli Europei dalla Spagna per un rigore sbagliato da Di Natale, prima dell’inizio della fine: il Lippi-bis. Speriamo non ci sia un tris…

PORTIERI
Donnarumma non si discute: tutti si augurano possa essere l’erede di Buffon. Per dargli un po’ di sicurezza ed esperienza internazionale senza mettergli pressione scegliamo Sirigu. Terzo Sportiello: tra lui e Perin sceglieremmo la novità come simbolo di un nuovo ciclo.
ADDIO: Marchetti

TERZINO DESTRO
Con Zappacosta al Chelsea e Conti al Milan dovremmo essere copertissimi. Florenzi è un jolly che andrebbe sempre convocato, perché con la sua duttilità può far cambiare pelle alla squadra a partita in corso.
ADDIO: D’Ambrosio.

TERZINO SINISTRO
Rispetto all’altra fascia siamo messi decisamente peggio. Darmian non sembra più lui (così come Masina, purtroppo). Confidiamo in Spinazzola, nell’attesa di capire se Emerson si confermerà un exploit o sparirà all’ombra di Kolarov.
ADDIO: De Sciglio

DIFENSORE CENTRALE DESTRO
Se Bonucci è un campione come si dice allora non può saper fare solo la difesa a tre. Romagnoli può imparare molto da lui e deve rientrare subito nel giro, così come Caldara.
ADDIO: Astori

DIFENSORE CENTRALE SINISTRO
Chiellini può essere il capitano dopo Buffon. Lui sta a Rugani come Bonucci a Romagnoli: sarà un passaggio di consegne fondamentale. Izzo ci piace, ma deve giocare in una squadra che fa le coppe, altrimenti non c’è storia contro il capitano dello Zenit San Pietroburgo, Criscito.
ADDIO: Ogbonna

REGISTA
Verratti è attualmente il giocatore più forte che esprimiamo a livello internazionale e va messo nelle condizioni di far bene. Jorginho è il suo alter ego ideale, Locatelli non va bruciato.
ADDIO: Montolivo

MEZZALA DI CONTENIMENTO
Marchisio è un altro senatore da cui ripartire, può contendere la fascia a Chiellini. Gagliardini deve aspirare a fare meglio di lui e Benassi e Baselli l’umiltà di saper fare anche lo Sturaro all’occorrenza.
ADDIO: Parolo

MEZZALA DI SPINTA
Bonaventura è uno dei giocatori più sottovalutati del nostro movimento. Pellegrini in linea di massima sa far tutto, ma deve giocare titolare nel club. L’ex Samp Soriano al Villareal fa magie (10 gol e 7 assist l’anno scorso) ma viene ignorato. Saponara ha lanciato una sfida: cambiare ruolo per ritrovare l’azzurro. E se lo facesse anche Franco Vazquez?
ADDIO: Thiago Motta

ESTERNO DESTRO
L’Inter avrebbe venduto Perisic pur di farlo giocare titolare. Oggi Bernardeschi fa panchina alla Juve, ma tutti ci dobbiamo augurare che il vento cambi. Candreva o Sansone del Villareal gli possono fare da vice, mentre qualcuno magari va a svegliare Berardi.
ADDIO: Giaccherini

ESTERNO SINISTRO
Insigne è al momento il nostro diamante più splendente. Non sarà Messi, ma ci accontentiamo. El Sharaawy non è un talento perduto, così come Verdi, al netto che nemmeno lui gioca in Europa. E in caso di trasferte transoceaniche anche il piede caldo di Giovinco sarebbe una garanzia.
ADDIO: Eder

PUNTA CENTRALE
Belotti è un numero nove d’altri tempi: se il futuro non è suo, allora chiudiamo tutto e andiamocene. Immobile sembra rinato, ma le figuracce a Dortmund e Siviglia ci devono dire qualcosa. E Balotelli? “La speranza è l’ultima a morire” o “Chi di speranza vive, disperato muore”?
ADDIO: Zaza

COMMISSARIO TECNICO
Capello sembrerebbe la scelta più scontata, Ancelotti quella più sensazionale, Mancini quella più complicata, ma con un suo senso. Ma la sensazione è che ci siano tantissimi altri nomi in ballo.
ADDIO: Conte

Sarebbe doveroso fare il medesimo approfondimento sui ragazzi dell’Under 21, ma lanciamo questa sfida ai nostri esperti del settore: i dirigenti di Mojito, Domingo e Lakragasso, che sicuramente ci potranno dare una visione ancora più ampia. E, si spera, ottimista.

Torgio Giosatti

10 pensieri riguardo “La Piazzetta dello Sport – Speciale eliminazione Nazionale

  • terlizzi

    Concordo su tutto, tranne sugli allenatori: d’accordo no conte, ma nemmeno MAI e poi MAI Mancini e Capello, piuttosto Allegri

  • terlizzi

    Oltre a Ancelotti, che resta la scelta più affascinante

  • terlizzi

    Anche di Francesco affascinante, ma forse nel 2026

  • Lupiae Calcio 1996

    Con tutta la stima e il bene che ho per Eusebio, credo che prima di lui in Nazionale ci arriverà il figlio…

  • A mio modesto parere, vestendo i panni del solito apparente “complottista”, dico che l’attuale situazione è frutto di uno scenario ben più ampio. Tralasciando solo per un attimo le dovute premesse in ambito economico, per ovvie ragioni di spazio e tempo. Limitiamoci a dare per scontato che il calcio non è solo/più uno sport e in quanto tale dipendente dalle dinamiche di complicità e reciproco sfruttamento tra politica e criminalità (facce della stessa medaglia). E così in questo paese accade che dopo Calciopoli e chissà quale altro mistero nascosto, processi per doping e calcioscommesse al fruitore-tifoso basti un Mondiale vinto nel 2006 (e in modo quantomeno rocambolesco) per non pretendere o quanto meno augurarsi un cambio di rotta culturale, manageriale e sportivo. Ciò detto appare evidente o addirittura superfluo affermare che non c’è Lippi bis, Tavecchio, o Ventura che tenga tale da spiegare “lucidamente” questa Apocalisse.
    La presumibile verità è che in Italia ci si scandalizza o si chiede la testa di un responsabile solo a morte avvenuta, ancora meglio se si tratta di una sconfitta sul campo, esemplare fotografia della teoria capitalistica volta al profitto della “vittoria a tutti i costi”. Importa poco se con la pistola, le schede truccate, attraverso soldi a debito, grazie al doping, con stadi fatiscenti…la lista sarebbe lunga. Basti pensare alla morale bianconera.
    E allora mi chiedo: se vincere non è importante ma è l’unica cosa che conta, come speriamo ancora di illuderci in un nuovo inizio? O magari sarà ancora un cambiare tutto per non cambiare niente.
    In tal caso sarebbe inutile parlare di nuovi campioni o presunte nuove generazioni di campioni. Perchè a scapito del talento, la fine sarebbe la stessa: un fallimento. E non per mancanza di talento.

    Nb: Sacchi da anni è considerato un pensionabile vecchio folle, chiediamoci il perchè?
    Zeman è un perdente cronico pieno di invidia e astio, chiediamoci il perchè?
    Forse perchè promuovere del sano sport di principi non interessa più a nessuno, non interessa a noi e soprattutto a quelli che comandano.

  • Lupiae Calcio 1996

    x DOMINGO: tocchi un tasto dolente e molto, molto ampio. Non ne farei una questione di juventinità o meno, ma mi collego a quanto hai detto sul post mondiale 2006, quando la nostra federazione (commissariata, come si fa coi comuni sciolti per mafia…) guidata da Rossi, diede il benservito a colui che aveva guidato con successo la nostra Under 21 per anni e che sarebbe stato l’unico in grado di traghettare i suoi ragazzi in Nazionale A: Claudio Gentile. Qui l’articolo:
    http://www.gazzetta.it/Calcio/Nazionale/Primo_Piano/2006/07_Luglio/21/gentile.shtml

    Per il resto, sarei veramente curioso di leggere dei vari Bastoni, Barella e Chiesa dagli esperti Mojito, Domingo e Lakragasso. Magari con uno specchietto dei Best 22.

  • X Lupiae: il mio ricorso alla massima juventina (peraltro Bonipertiana) non era affatto usata per riassumere in toto il mio pensiero. Ho semplicemente fatto notare che non a caso la squadra più blasonata d’ Italia persegue una particolare filosofia non distante dal modo di pensare del sistema calcio. E con questo non voglio affatto dire che la Juventus è responsabile dell’attuale situazione, anzi la Juve ha da sempre fornito materiale umano di campioni alla nazionale.
    Sia chiaro.

  • Queste sarebbero le scelte piu giuste.. e su parolo nn sono d’accordo con il lupia nn perché sia un nostro tesserato ma perché è stato l’unico a dannarsi l’anima in mezzo ai watussi .

  • delinquere

    fa male leggere un pezzo così il giorno dopo…soprattutto se penso che davvero guarderemo il mondiale da casa, come i malati…ma malati di calcio lo siamo..e mi fai sentire ancora più vecchio quando legg oche i giovani della nazionale, o quelli che consideravamo tali, al prossimo mondial avranno quasi 30 anni. Però ieri il cuore c’era….ma la qualità è quella che è

  • Lupiae Calcio 1996

    x DOMINGO: sei stato chiarissimo.

    x FLIPPER: finalmente qualcuno che mi “contesta” le convocazioni!
    Su Parolo però ho scritto sostanzialmente quello che hai detto tu. Copio-incollo:
    “Onestissimi faticatori del terreno verde. Generosi ed esemplari per impegno e rispetto della maglia. Ma evidentemente bloccati su una soglia tecnica di medio basso livello internazionale per i loro oltre trent’anni”.
    Sulle convocazioni esprimo forti dubbi su Bernardeschi mezzala (non perchè non lo sappia fare, ma perché per me lì è sprecato: meglio Bonaventura) e soprattutto su Verratti terza scelta dietro a Jorginho e Mandragora.
    Al contrario mi auguro che Chiesa (ma non solo lui) entri presto nel giro perché oggi ha 20 anni e tra 5 anni al Mondiale ne avrebbe 25: De Rossi ha giocato la finale 2006 a 22 anni e sembrava un veterano. Non so se mi spiego…

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