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Speciale Mariano Sconcertato

La Quindicesima giornata di A non è ancora finita. Eppure ci troviamo già a scrivere di due storie che colpiscono e alimentano le nostre fantasie e che ci permettono ancora una volta di affermare come il calcio rimanga, nonostante i tentativi purtroppo riusciti di trasformarlo in un business mondiale, la fabbrica dei sogni e uno degli sport più democratici in assoluto.

La prima storia che ci troviamo a raccontare è quella di una piccola squadra di provincia di Serie A: il Benevento.

La neopromossa campana dopo la miracolosa scalata alla Serie A dell’anno scorso, sopraggiunta con la vittoria negli spareggi promozione, si presentava ai nastri di partenza del massimo campionato calcistico nazionale come l’assoluta Cenerentola.

In molti avevano pronosticato e pronosticano tutt’ora per la formazione campana l’immediato ritorno nella serie cadetta.

Il complicatissimo avvio di campionato e l’altrettanto difficile adattamento alla durezza del nostro campionato non hanno di certo modificato né i nostri pronostici né tanto meno quelli di tutti gli addetti ai lavori.

Nelle prime quattordici partite di questo campionato il Benevento non ha collezionato nemmeno un punto. Ha cambiato tecnico, rinunciando all’allenatore con cui aveva ottenuto la prima storica promozione in Serie A, il toscano Marco baroni, ma non il percorso e la parabola del proprio campionato, velocemente indirizzata verso il ritorno in Serie B.

Alla quindicesima giornata però è arrivato il primo e quanto meno miracoloso punto in Serie A.

Allo Stadio Vigorito di Benevento la formazione giallorossa affrontava quest’oggi nell’anticipo dell’ora di pranzo, alle 12 e 30, il nuovo Milan di Rino Gattuso.

Dopo una partita gagliarda, giocando con un atteggiamento sempre spavaldo e mai domo, sempre all’inseguimento della formazione rossonera, andata per ben 2 volte in vantaggio con Bonaventura e Kalinic, ha agguantato il pareggio al 95′ con il protagonista di certo meno atteso: Alberto Brignoli.

Il ventiseienne portiere di Trescore Balneario (BG), di proprietà della Juventus e in prestito alle Streghe Campane, una vita trascorsa in provincia nei campi di B prima e ora di A, ha trovato al 95′ minuto, con un magistrale colpo di testa in tuffo su una punizione da sinistra di Cataldi, il gol che ha regalato al Benevento il primo, incredibile e magico storico punto in Serie A.

Gli oltre 200 milioni spesi spesi nell’ultima campagna acquisti del Milan quest’estate e il cambio in panchina di questo inizio di settimana non hanno impedito al Benevento di “Fare la Sua Storia” con il primo punto nella massima serie.

Con ogni probabilità sarà un punto inutile ai fini dell’impresa finale che appare per le Streghe un’impresa quanto meno disperata. Le Streghe hanno però potuto festeggiare questo punto atteso oltre 3 mesi.

Per Gattuso invece un inizio sulla panchina rossonera non di buon auspicio e la convinzione di dover lavorare molto per mettere in linea il Milan con le sue legittime ambizioni.

Mentre a Milanello dunque permane lo stato depressivo per un giorno a Benevento si festeggia per una piccola conquista che prima di oggi somigliava alla scalata di una delle cime dell’Himalaya.

L’altra storia da raccontare riguarda invece la sfortunata parabola di un ragazzo, un calciatore dal talento immenso pari soltanto alla sua cattiva sorte.

Il CFC Genoa, il club più vecchio d’Italia, sta per ufficializzare l’acquisto di un nuovo attaccante: Giuseppe Rossi.

La storia di questo ragazzo, figlio di emigranti italiani in America e cresciuto nel New Jersey, prima di approdare nelle giovanili del Parma, dove l’occhio lungo di uno dei più grandi scopritori di talenti, Sir Alex Ferguson, uno dei più titolati allenatori della storia del calcio e del Manchester United, lo nota e lo porta con sé a Manchester, squadra in cui muove i primi passi, segnando valanghe di gol nella squadra giovanile.

Il giovane attaccante non trovando spazio nella prima squadra di Manchester, il grande Manchester di Cristiano Ronaldo, è costretto ad andare in prestito in piccole squadre per farsi le ossa, fino a fare ritorno nel Parma nella seconda metà della stagione 2006/2007. Grazie alle sue prodezze e alla gestione di Claudio Ranieri, Rossi trascina il Parma alla salvezza partecipando attivamente con i suoi 9 gol al raggiungimento di un obiettivo che a gennaio sembrava insperato.

Le sue prestazioni permettono al giovane attaccante di doppia nazionalità statunitense e italiana di strappare un nuovo e ricco contratto nel Villareal.

Qui Pepito (questo il soprannome che gli verrà assegnato in Spagna) conosce gloria ancora più ampia oltre che la maglia della nazionale italiana.

Ma la sfortuna è pronta a bussare alla porta del giovane e talentuoso attaccante. C’è un primo infortunio al menisco oltre allo stiramento del legamento crociato anteriore del ginocchio destro.

E’ il primo serio infortunio per il campioncino azzurro che resterà fuori dai campi di gioco per quasi 2 mesi. Al suo ritorno in campo parteciperà alla stagione che regalerà al “Sottomarino giallo” uno storico secondo posto in Liga spagnola.

Nei due anni successivi i progressi del calciatore sono costanti e nella terza stagione (2010-2011) arriva il salto di qualità definitivo, con 32 gol complessivi in stagione, ben 11 in Europa League, dove la sua squadra verrà fermata solo in semifinale dal Porto poi vincitore.

Nella stagione successiva (2011-2012) però la sfortuna torna a bussare alla porta di Pepito. A ottobre al Bernabeu contro il Real Madrid cede il legamento del ginocchio destro: la prima prognosi parla di sei mesi ai box. Mentre si appresta al rientro in campo però il legamento del ginocchio destro già infortunato cede di nuovo e costringe l’attaccante a uno stop prolungato di sei ulteriori mesi. Il Villareal nel frattempo senza la sua stella retrocede in Segunda Division.

Nel gennaio 2013 Rossi viene acquistato a titolo definitivo dalla Fiorentina che ne cura anche il recupero. Esordirà in maglia viola soltanto nell’ultima giornata del campionato 2012/2013.

La stagione successiva è la migliore in maglia viola con 17 gol in sole 24 presenze. L’apice della sua carriera a Firenze è segnato dalla storica tripletta nella sfida del Franchi contro la Juventus di Antonio Conte che permetterà alla formazione allenata da Montella di ribaltare l’iniziale 0-2 bianconero. La partita si concluderà 4 a 2 per i viola nell’esaltazione totale dello stadio viola (20 ottobre 2013).

Rossi sembra finalmente tornato se stesso e la sua stagione continua senza intoppi fino al derby con il Livorno di gennaio in cui il ginocchio fragile di Pepito cede ancora. Si susseguono altri mesi di passione e un altro miracoloso recupero che però non concede all’attaccante la possibilità di continuare a mettersi ancora in luce. Torna in campo ma non è lo stesso della prima metà del campionato.

Saranno gli ultimi bagliori viola. La stagione successiva per Pepito non comincerà nemmeno. Un nuovo infortunio al ginocchio destro, un nuovo intervento e tempi lunghissimi di recupero.

I problemi fisici della stagione precedente e i rapporti non idilliaci con il nuovo tecnico viola Paulo Sousa costringono l’attaccante azzurro a tornare in Spagna, prima in prestito al Levante e poi al Celta di Vigo.

A Vigo nel momento in cui si stava assistendo all’ennesima resurrezione di questo sfortunato attaccante un nuovo infortunio, stavolta al legamento collaterale del ginocchio sinistro, lo costringe a nuovo intervento e a un altro lunghissimo stop.

E siamo alla storia recente. Pepito svincolato in questi giorni si sta allenando con il Genoa.

La speranza quella di rivedere il suo cristallino talento di nuovo sui campi di gioco. La sfortuna ha davvero perseguitato uno dei prospetti più interessanti del nostro calcio, quella che poteva essere una stella assoluta del nostro campionato.

La sorte non gli ha dato e non ci ha dato la possibilità di ammirare il suo talento con continuità.

Quello che sarà in grado di fare non lo sappiamo. I guai fisici sono stati molteplici e il calcio di oggi è sicuramente molto complesso per un giocatore che ha dovuto subire una così lunga serie di interventi chirurgici e convalescenze altrettanto lunghe.

E’ giusto che alla soglia dei 30 anni abbia l’opportunità di rimettersi in gioco nella speranza che la malasorte gli abbia definitivamente voltato le spalle. Il ragazzo si meriterebbe pace e la possibilità di mostrare il proprio talento e metterlo al servizio della sua squadra.

Noi non possiamo che augurare a questo ragazzo innanzitutto di stare bene e di giocare il più possibile.

 

Forza Pepito dunque, Coraggio e Tanta, Tanta, Tanta Fortuna…Te lo meriti.

Noi nel nostro piccolo faremo il tifo per Te.

Bonne Chance et Bon Courage.

 

2 pensieri riguardo “Speciale Mariano Sconcertato

  • Lupiae Calcio 1996

    Azzardo un pronostico di mercato in rima: Pepito al Mojito…

  • E vai Sconcertatoooo…a gonfie vele!
    Speriamo tutti che finalmente il vento soffi a favore di Pepitinho: Belotti-Rossi una gran bella coppia formato podio per Pep.
    Soprattutto Linciano meriterebbe ben altra sorte dopo anni di squadre gagliarde e piene di talento.
    Vedere per credere Barak, Barberis il pupillo D’Ambrosio e in primis “the hammer” Milinkovic-Savic.
    Applausi.

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