Serie A Green
Il Punto di Torgio GiosattiSTAMPA

Il Punto di Torgio Giosatti – 2′ giornata

Con l'arrivo dei Top Player è l'inizio di una nuova era?


 

 

 

 

 

Subito dopo l’asta l’avevamo detto esplicitamente: “quest’anno qualcuno si farà male”. Il ritorno dei top players nel campionato italiano ha spazzato via con un soffio l’atavico equilibrio che da anni era peculiarità della Serie A Green, inculcando al suo posto un torneo dalle gerarchie abbastanza evidenti e, forse, difficilmente controvertibili.

I sedici manager sono gli stessi dell’anno scorso e di quello prima, ma erano diverse stagioni che non si assisteva a una simile carneficina di squadre senza arte né parte, che non raggiungono gli undici effettivi nemmeno con i prestiti oppure, scegliete voi quale sia peggio, che pur con tutti gli uomini in campo non sono in grado di totalizzare 60 risicatissimi punti.

Che sta succedendo, dunque, al nostro campionato? E’ troppo presto per dirlo, però possiamo sbizzarrirci ad avanzare alcune congetture, almeno un paio.
La prima sensazione è che si sia completamente ribaltata la regola del “chi ha il top player non vince”, che negli ultimi anni era stata un must. Proviamo ad ipotizzare: è probabile che nelle precedenti stagioni svenarsi per i vari Cavani, Destro, Klose, Hamsik fosse un gioco che non valesse troppo la candela, considerando che per spendere certe cifre da una parte bisognava sacrificarsi altrove. Quest’anno, invece, sembra proprio che il campo stia premiando chi ha fatto qualche sforzo economico in più per aggiudicarsi il fuoriclasse alla Vidal, Gomez, Higuain o Balotelli. La tesi a conclusione dell’ipotesi è dunque la seguente: partendo dall’arrivo in Italia di giocatori più forti, i prezzi all’asta si sono alzati ma non eccessivamente rispetto ai top dell’anno scorso, a fronte invece di un rendimento ben superiore. Detto in soldoni: quest’anno svenarsi ne valeva la pena.
Ma non di soli top player si vince al fantacalcio, ed ecco allora che diventa doveroso analizzare un ulteriore aspetto della vicenda. Cagliari a parte, le altre 19 squadre della Serie A 2013/14 si caratterizzano per la lunghezza spropositata della rosa. Vuoi che le squadre impegnate in Europa avranno finalmente capito di non poter andar lì a fare figuracce, vuoi che anche le piccole hanno introiettato i vantaggi della panchina a 12, sta di fatto che non si intravedono ancora gerarchie ben definite nei titolari delle varie squadre. Tutti possono ruotare, che ci siano o meno impegni infrasettimanali, e allora ecco che finiscono fuori pure alcuni intoccabili storici come Buffon, Maggio, Thereau, Gonzalez e così via. Il che aprirebbe un’ulteriore parentesi, in controtendenza con le precedenti edizioni della Serie A Green: “con i doppioni, forse, si vince più facilmente”. Se prima, infatti, comprare doppioni di ruolo significava precludersi la possibilità di avere ulteriori “freccette” provenienti magari da squadre differenti, adesso con due o tre giocatori a contendersi una maglia questo diventa un rischio troppo grosso: meglio puntare al voto sicuro, o almeno al 70%.

Trattasi ovviamente di un’analisi soggettiva, ma parziale riscontro potrete trovarlo direttamente nella classifica, che già dopo due giornate parla la lingua dei top players e di chi all’asta ha saputo leggere meglio tra le righe di questa stagione 2013/14. In questo turno, poi, sorprendono le ben 5 squadre sotto la soglia dei 60, a dispetto di altrettante che invece superano quella dei 75 punti. Una casualità della domenica? Un dato troppo circoscritto alla giornata? Solo il tempo ce lo potrà dire, ma ciò che si percepisce nell’aria è l’odore di un campionato spezzato in due tronconi, come se inconsciamente si fosse già metabolizzata la nuova riforma delle Coppe che domani prenderanno il via, per darci ancora qualche elemento in più su un campionato ancora tutto da decifrare.

 

Torgio Giosatti

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