Panchina di Legno (Peggior Allenatore)

Un premio temutissimo,

solitamente non va a chi ha la squadra più scarsa,

ma a chi non è stato capace

di gestire bene la rosa durante la stagione

2004-2005: TOTO’ ALAIMO (AKRAGAS)

2005-2006:

STEFANO ERRICO (RAPOLLA): doveva essere il suo grande ritorno nella Serie A Green, ha invece confermato tutti i dubbi che si avevano all’inizio sulle sue doti di tecnico. Mai costante nel dare la formazione, sempre disattento ai movimenti di mercato, non tiene affatto fede alle aspettative. VOTI 4

2006-2007:

MATTEO CASILLI (FASHION): Svogliato, approssimativo, impreparato. Chi più ne ha più ne metta. Nemmeno la famigerata rivalità coi cugini dell’Atletico quest’anno riesce a svegliare dal torpore il neolaureato Matteo Casilli. La querelle-Del Grosso è solo la punta dell’iceberg: retrocessione inevitabile, così come la lettera di dimissioni. VOTI 6

2007-2008:

MICHELE PAPPAGALLO (RETRO’): Agghiacciante l’annata di Michele Pappagallo, fa tutto quello che un allenatore di fantacalcio non deve fare. Inutile star qui a elencare le nefandezze del Retrò, a cui non è bastato vivere in casa con altri 3 mister per trovare uno straccio di motivazione. Ciononostante, per qualche inspiegabile ragione non si dimette. VOTI 9

2008-2009:

BRUNO MOLA (BLAKBLOK): E’ diventato il prototipo del fuoco di paglia. Inizi folgoranti in cima alla classifica, poi il lassismo, la caduta in picchiata fino all’inevitabile retrocessione. Certo, il vai e vieni dall’Africa non lo aiuta, ma i suoi impegni non li scopre certo ora e da più parti la stampa aveva espressamente consigliato un ampliamento della dirigenza, per coprire le falle lasciate dal manager salentino. Una figuraccia insomma, per di più con una rosa sulla carta senza particolari pecche e con l’asso Kaka, alla sua ultima stagione in Italia. Una deplorevole furia francese e ritirata spagnola. VOTI 5

2009-2010:

BRUNO MOLA (BLAKBLOK): nemmeno quest’anno riesce a trovare il bandolo della matassa. Ricorderà a stento 5 o 6 elementi dei 25 della sua rosa, sparisce per giorni in viaggi intercontinentali lasciando i suoi abbandonati a loro stessi. E Paradossalmente ottiene più risultati così di quando si impegna a dare la formazione. Negato. VOTI 7

2010-2011:

VITO LORUSSO (BLAKBLOK):  15 punti nelle prime 8 giornate gli avevano fatto dire: “Visto? In fondo sto dimostrando di non essere proprio l’ultimo arrivato…”. Detto fatto, il Blakblok fa 9 punti nelle restanti 22 partite, regala vittorie e soddisfazioni a chiunque gli giochi contro nonostante un Cavani stratosferico e chiude mestamente ultimo a quota 24. Esattamente quanto aveva fatto l’anno prima Bruno Mola… VOTI 7

2011-2012:

LUIGI MAGGIORE (STAR14): aveva iniziato lanciando proclami grandiosi sia dalla panchina che dalla scrivania, ha finito lasciando la rosa in autogestione, ingenuità che ha addirittura giovato allo Star14 che così si è salvato all’ultima giornata. Certo, il campionato spezzatino non aiuta specie chi sta fuori, ma Wednesday Night dopo Wedsnesday Night Maggiore arrivato a schierare infortunati e squalificati, dimostrando di aver perso totalmente il controllo di un organico, che pure era stato faticosamente costruito in sede d’asta prima e attraverso le deleghe di mercato poi. VOTI 7

2012-2013:

MARCO TEDONE (LABBARI): più volte ripreso per aver assegnato a terzi la composizione della formazione del Labbari, questo suo vizietto si è palesato in tutta la sua evidenza all’ultima giornata, quando nel derby contro il Lupiae non ha nemmeno controllato i convocati. E questo è stato infatti uno dei leit motiv della stagione del Labbari, che anche nella finale di Champions giocherà in 10 a causa di una panchina mal formulata, o che in altri casi dimenticherà addirittura che giocatori aveva in rosa e avrebbe potuto schierare (vedi Lucchini). Nomination praticamente a richiesta, dati i tanti proclami e le continue manifestazioni di vittimismo contro il “sistema”. VOTI ?

2013-2014:

FABRIZIO MANGIA (FLIPPER): il Flipper è ufficialmente entrato nel ciclo negativo. L’andamento altalenante dei verdemimetici, che li aveva visti iniziare con un triennio difficile, seguito da un quadriennio di successi, ora ha ripreso la sua fase calante. Per il secondo anno consecutivo Fabrizio Mangia va in nomination come peggior allenatore, solo che questa volta senza aver ottenuto la salvezza. Infatti, il Flipper non è riuscito a fare lo straccio di un punto nelle ultime due partite decisive, in cui Mangia non ha dato la formazione. E anche qui si tratta della seconda stagione di fila in cui nelle ultime caldissime giornate Mangia si perde: l’anno scorso decise uno scudetto, quest’anno il destino ha giustamente punito lui.VOTI ?

 

2014-2015:

MARCO TEDONE (LABBARI): alzi la mano chi non ha fatto almeno una volta quest’anno la formazione al Labbari. Basterebbe questo per valutare come inqualificabile la stagione 2014/15 di Marco Tedone, incurante delle basi del fair play e capace addirittura di inaugurare la regola delle multe per aver cercato di falsare il finale di campionato non consegnando l’ennesima formazione. La sua presenza serve solo a scatenare baruffe via whazzup, dato che in tutte e 36 le giornate del torneo – dunque tra campionato e Coppe – è stato in grado di inanellare la miseria di 5 vittorie, chiudendo ultimo in classifica addirittura alle spalle del penalizzato Wailers con meno di 20 punti: non accadeva dal 2008, ai tempi del Retrò di Michele Pappagallo. 

2015-2016:

ANGELO TARANTINO (WAILERS): All’ennesima retrocessione consecutiva, non ci sono più parole per descrivere l’improvvisazione che regna in quel di Copertino. Per un periodo gioca in 7 uomini e non riesce a trovare il bandolo della matassa neppure dopo aver imposto alla dirigenza gli acquisti di Nagatomo e Fernandes, ma soprattutto di tenere Eder e vendere Mandzukic… La miseria di quattro vittorie in 25 giornate sono lo specchio di un’altra stagione che non è mai iniziata in casa gialloblu e a nulla è servito il tentativo di colpo di coda finale, visto che l’ultimo posto è stato certificato dall’umilante 7-1 alla trentesima giornata.

2016-2017:

MARCO GALLICCHIO (ACAB): A grande richiesta dalle nomination condivise, finisce in questa poco onorevole graduatoria dopo una stagione decisamente al di sotto delle aspettative. Doveva e poteva essere l’anno del primo grande trofeo dell’Acab, le premesse c’erano tutte, ma Gallicchio è stato in grado di sgretolare ogni certezza della sua rosa sbagliando puntualmente le scelte di formazione e restando a bocca asciutta anche stavolta. Emblematica la finale di Green Cup persa 3-0 col Labbari: l’arrivo del giovane Lorenzo aggrava ancor di più i rimpianti per un 2016/17 che a Novoli tutti si aspettavano differente.

2017-2018:

MARCELLO SIMONETTI (DOMINGO). I numeri fotografano impietosamente forse la peggior stagione in carriera, quella post scudetto. Un totale di inferiorità numeriche da dilettante: addirittura 13 (in pratica un intero girone), con ben 19 giocatori su 25 che hanno marcato visita sul più bello, a dimostrazione di come i partenopei abbiano spesso giocato non solo in 10, ma anche in 9 o persino in 8. Spesso in stato confusionale, si salva solo perché la differenza tra i miseri punti fatti (2035, peggio di lui solo Lakragasso) e quelli subiti (2038, meno di tutti insieme al Labbari) gli scava in faccia un solco verticale che solitamente si inquadra sul lato b. VOTI 6

 

Un pensiero su “Panchina di Legno (Peggior Allenatore)

  • 13 Febbraio 2018 in 14:15
    Permalink

    Aggiornata, manca foto 2014/2015!

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