Il riconoscimento più disonorevole della Serie A Green,
quello che spesso non ha nemmeno bisogno di nomination.
Che sia doping farmaceutico o amministrativo,
chi ce l’ha se lo tiene
2006-2007:
FRANCESCO FLACHI (TERLIZZI – MEMOLA): Che beffa per Memola: si priva di Andrea Pirlo per acquistarlo, ma non fa nemmeno in tempo a schierarlo che lui si fa beccare con in corpo tanta di quella medicina per il diabete da far piangere pure Novellino. Prossima destinazione di mercato: Junior Barranquilla (Colombia). VOTI 8
2009-2010: ADRIAN MUTU (CURTALE – D. BRINDISINO) Da inserire VOTI ?
2011-2012:
ANDREA MASIELLO (DOMINGO – SIMONETTI): Il premio che non avremmo mai voluto dare. Non ci sono parole per definire il comportamento di questa persona (o cosa), soltanto un interrogativo: ma non ti potevi drogare come tutti gli altri??? VOTI ?
2012-2013:
DANIELE PORTANOVA (CURTALE – BRINDISINO D.): La sua SerieAGreen comincia male, essendo subito identificato come simbolo dell’anti-fair play finanziario quando Dario Brindisino lo tira all’asta soltanto per far fare minusvalenza ai cugini del Lupiae, salvo poi lasciarlo un minuto dopo. Non contento, se lo riprende a novembre quando ancora stava scontando una squalifica di 4 mesi per omessa denuncia, già scomputatagli dalla precedente di 6, a sua volta ridotta rispetto a quella di 3 anni che era stata chiesta per lui in base agli illeciti sportivi di un Bologna-Bari del 2011. Anche lui, come gli altri, torna in campo come se nulla fosse successo, affiancando in arancioblu Salvatore Aronica, un altro che probabilmente si candiderà in futuro a questo premio. Il Curtale di quest’anno, peraltro, può fregiarsi di avere avuto tra le sue fila anche un altro indagato per omessa denuncia di combine: Paul Vitor Barreto. VOTI ?
2013-2014: non assegnato
2014-2015: non assegnato
2015-2016:
ANDREA MASIELLO (DOMINGO – SIMONETTI): Uno scandalo che giochi ancora in Serie A. Un abominio che lo faccia addirittura in Serie A Green. Contro tutti i valori dello sport.
GIANLUIGI DONNARUMMA (CELTIC – BARBARO & SANTINI): Dispiace “punire” un ragazzo di 18 anni, erede designato di Gianluigi Buffon. Ma era doveroso, perché al contrario di chi accettò di scendere in B da campione del mondo per amore della maglia e dei tifosi – l’enfant prodige si è affidato a un procuratore che gli ha già insegnato che nella vita contano solo i denari (e il Milan comunque gliene offriva parecchi). Nessuno gli ha mai chiesto essere il nuovo Totti o Maldini. Né di rinunciare ai contratti d’oro dei migliori club al mondo. Ma non bisogna prendere in giro i tifosi baciando maglie e giurando fedeltà eterna.
FABIO LUCIONI (DOMINGO): Pareva l’incarnazione di un sogno sportivo: a 30 anni l’esordio in serie A da capitano di una debuttante, il Benevento, che aveva trascinato fascia al braccio al doppio salto dalla serie C. Un sogno durato lo spazio di un mese: il 22 settembre, infatti, viene trovato positivo a uno steroide anabolizzante. Reintegrato per tre giornate a dicembre, viene poi squalificato per un anno, senza manco risultare precedenza per il Domingo. VOTI 6
Aggiornato testo, manca foto 2015/2016
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