Serie A Green
A Tutto GossipL'ANGOLO DEL TIFOSOSTAMPA

GBA – PRIMA PUNTATA

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GREEN DRAFT, GBA: I LOVE THIS GAME

Cari amici, ben ritrovati all’ennesimo numero acrobatico di alcuni colleghi del Circo. Se ancora ci fossero dei dubbi circa la sanità mentale dei suddetti, questa nuova iniziativa ludico-regolamentare confermerà l’ipotesi della patologia Green. Follia, divertimento puro e semplice.
Ma procediamo per gradi.
i-love-gbaPochi mesi orsono tale Linciano Stefano faceva scattare una scintilla creativa, propagatasi successivamente in fiamme ideologiche e sognatrici nei pensieri del duo Simonetti-Lorusso. L’innesto, in puro stile Inception, riguardava l’idea di uno specifico parallelismo tra il meccanismo di funzionamento della Lega Serie A Green e l’NBA (National Basketball Association) o genericamente dei sistemi sportivi a stelle e strisce. Non a caso, in estate, il Circo si era interessato al campionato più spettacolare del pianeta durante una memorabile discussione whatsappiana in tema pallacanestro.
Ebbene, se lo spettacolo è il cuore pulsante che ci anima è presumibile immaginarci in altre vesti, magari indossando canotte e shorts o attingendo  dal variopinto contesto di rituali e storie americane con lo scopo di aumentare l’appeal del fantacalcio più bello del mondo.  E pensare che qualcuno ha addirittura trovato il tempo  di immaginare una Serie A Green versione Nba.
Ma prima di iniziare è palese avvertirvi che in realtà tutto ciò ha un fine ultimo: proporre e discutere un ulteriore step nel programma di svolgimento d’asta attraverso la formulazione del codice GREEN DRAFT (di cui si scriverà in calce ad ogni singola puntata).

Logo GBA
bd333d00151977d90280ace78048c4d6Blu, bianco, rosso, la sagoma di un celebre cestista in palleggio e infine la scritta NBA: uno dei loghi più riconosciuti del pianeta. Ora, immaginate due gradazioni di verde che rispecchiano il nostro Circo. La scritta rimane e si modifica, l’immagine dell’atleta pure: l’uomo è intento a schiacciare con una sola mano librando nell’aria, con le gambe divaricate. NBA LOGO JERRY WEST
gbaEcco, torniamo al nostro sport preferito. Immaginate che quel cestista di cui prima intento a palleggiare sia paragonabile alla rovesciata di Silvio Piola simbolo delle collezioni Panini. E ancora, pensate di essere chiamati a sostituire quell’idolo di un calcio che fu con un mito dei nostri tempi. Chissà, con l’istantanea del calcio ad incrociare di Van Basten all’Europeo, con il doppio passo di Ronaldo il Fenomeno o con la volée di Zidane in finale di Champions.
jerry-west-nba-logoBeh, se ancora non avete sentito questo nome, tale Jerome Alan West in arte “Jerry” è il Piola del calcio, play e guardia dei mitici Lakers degli anni 60 e 70, i fondamentali e la classe del basket fatti persona. L’altro, raffigurato nel nostro ipotetico logo GBA è ugualmente talentuoso, forse lo sportivo più celebre dell’ultimo secolo almeno in fatto di business. Avete capito no? Sua maestà, “His Airness”, Michael Jeffrey in arte “Air” Jordan. Sulla guardia tiratrice più dominante della storia ci sarebbe da raccontare più che in un tomo della coppia Buffa-Tranquillo per cui vi invito a godervi i link di questi due signori.

Green Basketball Association. Si, ma come funziona?  
Premettendo che la Serie A Green conserva in sé molti punti di contatto con i sistemi sportivi americani, nel Circo le nostre squadre, più che semplici club all’europea, sono simili alle franchigie (franchise) americane. Nba Religion su Franchise
Ad esempio da noi il campionato è “chiuso” come in NBA, ovvero non esistono retrocessioni e promozioni se non dal punto di vista dei Premi e della reputazione goliardica. E così come in America il rapporto tra Lega e franchigie è teso all’equilibrio del sistema – si tende a non privilegiare le piazze con più soldi o bacino d’utenza ai fini del risultato sportivo – anche da noi si privilegia il dialogo e le decisioni democratiche. Per non parlare del concetto di giocatore bandiera (simile al franchise player) e della possibilità riservata ai Presidenti entranti di scegliere se ereditare o meno titoli e oneri del dimissionario. Leggere i link a piacimento per una panoramica completa.
Quindi se è vero quanto appena scritto è altresì chiara l’impossibilità di considerare le due Leghe allo stesso modo in ottica futura di un possibile fattore Draft. Più avanti spiegheremo il perché, ma intanto torniamo alla pura e semplice fantasia introducendo il sistema delle conference.

Le Conference, cosa?
Ad oggi la Serie A Green prevede un campionato chiuso a girone unico in cui tutte e 16 le squadre si affrontano andata e ritorno per decretare il vincitore col maggior numero di punti conquistati.
E se in futuro non fosse più così? Magari prendendo in prestito la formula Nba delle tre fasi?
gba conference
Senza tanti giri di parole si potrebbe ipotizzare una Green in cui tutte le squadre si affrontano in una prima parte chiamata stagione regolare (Regular season). Al cui interno esistono due gironi (conference) con Est e Ovest  (eastern e western conference) delimitati da un confine immaginario da tracciare sulla penisola in base alla provenienza geografica dei partecipanti.
mappa-gbaNel nostro caso Appennini inventati in grado di dividere trasversalmente le 16 franchigie in due gruppi da 8. Da suddividere poi a piacimento in divisioni (division) Nord e Sud (North east e South west divisione e così via).
In tal caso, però, resterebbe il non semplice problema della fine sportiva delle squadre che non si qualificano alla fase successiva denominata Playoffs: chissà, ipotizzando una Minor League da far disputare in parallelo con la Major.
Dai Playoffs (in cui si sfidano squadre della medesima conference) emergono poi le due vincitrici della Green conference Final, che a loro volta danno vita all’ultima fase della formula NBA denominata Le Finali (finals): anche qui si dovrà poi stabilire a piacimento se in partita secca oppure al meglio di tot. sfide come in America (al meglio di 7 gare).
Nba wikipedia
Tutto ciò sempre e comunque lasciando libero spazio all’immaginazione con tutti i trip mentali che ne conseguono. Fidatevi sulla parola.

Le Franchigie, “ma io volevo i Chicago Bulls!”  
Ed eccoci alla parte più divertente, almeno per chi vi scrive. La disperata e attenta ricerca di punti di contatto tra le più famose NBA franchise e le attuali 16 squadre della Serie A Green!
Per riuscire nell’impresa, sognando mutazioni  genetiche in grado di trasformarci in colossi afroamericani baciati da madre natura, abbiamo preso in considerazione:
– nomi, colori e logo delle franchigie
– storia e bacino d’utenza
– giocatori celebri e filosofia di scounting
– vittorie e bachceca
– pura invenzione

Where amazing happenes…
In questa prima parte della prima puntata partiamo dalla Eastern conference e precisamente da Nord con la Pigna Picena Philologist.

PRIMA PARTE

Philadelphia 76ers (Sixiers, Phila) → Pigna Picena Philologist (Philo, Filologia)

NBA FRANCHISE → GBA
pignaDa Filadelfia a Folignano, ma non è questa la ragione principale per l’accostamento tra Pigna e una delle più longeve e appassionate piazze NBA. In realtà, solo dopo un breve ma intenso scambio di messaggi con il Presidente Walter Bucci ci siamo resi di conto di aver scelto alla grande. In primis perché uno degli idoli di Walter è un certo Allen Iverson (di cui si parlerà) e in seguito perché l’assonanza con l’abbreviativo dei Sixers calzava a pennello. Tra Phila e Philo il passo è breve. E poi non era difficile sostituire al rosso il rosa ed al blu il nero data la mancanza di gradazioni equivalenti.
STORY
Beh, ripensando al bagaglio di conoscenza sportiva e culturale generale di mister Bucci non ci stupiamo del suo adattamento così naturale nel mondo Green, tale da considerarlo già parte integrante del carrozzone. Alla sua seconda stagione noi tutti abbiamo scoperto le molteplici sfaccettature del suo carattere, dalla prosa alla conduzione radio, alla satira fino al punto più alto della sagoma Bucciana. Walter è prima di tutto una mente brillante, uno studioso e, cito testualmente, archeologo orientale specializzato in filologia. Legge, translittera e traduce l’accadico (vedi retro divisa) e l’ittita.
E allora è stato semplice scegliere la tradizione socio-culturale e sportiva di un bacino d’utenza come Philadelphia per rappresentare i canoni della Pigna Picena.  
CONCEPT LOGO
iAbbiamo preso in prestito una proposta di re-brand apparso non molto tempo fa in rete per i Sixers. Il riferimento al luminare Benjamin Franklin , padre fondatore degli States  nonché scienziato e politico di grande spessore qui in versione cestista. Sembra un po’ il nostro Bucci atleta a cui abbiamo aggiunto un mappamondo con il chiaro riferimento alla sfera asiatica. Rigorosamente in rosanero più un pizzico di grigio e bianco.
JERSEY

imagesAnche qui ci discostiamo dal presente scegliendo come base una divisa retrò di Phila, apparsa recentemente come cameo per omaggiare le prime stagioni da rookie di Iverson. Il nero appesantiva troppo: un grigio-rosa molto Juve anni ’70. Infine, non avendo ancora saputo la scelta del numero ufficiale di maglia del Pigna in Serie A Green, non potevamo far altro che assegnare il mitico 3 (mai scelto dai 15 colleghi).pigna
FRANCHISE PLAYER (Giocatore Bandiera GBA)
wilt_chamberlain_100-pointL’abbiamo detto e lo ripetiamo: Allen Ezail Iverson in arte “The Answer”. Suona quasi come una bestemmia ripensando  al mostro sacro Wilt Chamberlain,  record imbattuto di 100 punti in una singola partita – VEDERE ASSOLUTAMENTE QUESTI SPECIALI! –, ma la pointguard da Georgetown poteva davvero fare tutto al massimo nella sua rocambolesca vita. Che è quello che ha fatto, appunto.
Solo uno alla sua altezza (eufemismo, 1,83 di schiacciate tra i giganti) poteva giocare, vincendoli, due campionati High School in due diversi sport, c’era anche il Football, lo stesso anno!
E abbiamo lasciato fuori “Sir” Charles Barkley, “The Doctor” Erving, Moses Malone ecc…
Per la Pigna, invece, il corrispettivo in Green non è ancora arrivato considerata la recente entrata in Lega, anche se qualche dollaro possiamo puntarlo su giocatori stile bomber come Belotti, Icardi e Dzeko.

 

SECONDA PARTE

Cleveland Cavaliers (The Cavs) → Terlizzi Joints (Gli spinelli, Do it!)

NBA FRANCHISE → GBA
TERLIZZIE’ semplice sottolineare la vicinanza cromatica tra gli azzurro-granata di Paolo e il bordeaux-oro-navy dei Cavs. Invece è assai più affascinante notare che, proprio come in Ohio nel 1970 iniziò tutto in salita con sconfitte e un normale periodo d’adattamento, anche i primi passi green del Terlizzi furono tutt’altro che incoraggianti. Poi la passione della piazza e la forza del Presidente Memola hanno spinto a migliorarsi fino al top della Lega proprio come accaduto ai cavalieri settecenteschi. Tale appellativo fu scelto dai tifosi in Ohio tramite sondaggio pubblico; allo stesso modo immaginiamo che Joints (gli spinelli) calzi a pennello per i supporters del Terlizzi. Eppure tra le principali ragioni dell’accostamento emerge soprattutto il doveroso auspicio per il primo e sacrosanto titolo Green che Terlizzi attende con impazienza. Magari quest’anno, analogamente a quanto accaduto al termine della scorsa stagione alle storiche Finals tra “The King” e Warriors di cui si approfondirà.
STORY
e9221b7be8520df407f455a478575c95Cleveland è da sempre abituata a godere delle gesta di idoli sportivi. Nel ’45, ben prima della pallacanestro, la città era una cosa sola con il running back James Nathaniel in arte “Jim” Brown. Chi? Beh, semplicemente l’Hall of famers dei Cleveland Browns, alias il più grande giocatore di Football mai esistito.
Ecco il calzante assist sull’importanza del meccanismo della scelta Draft. Tutto è ben dipinto dal recente film “DRAFT DAY” con Kevin Costner (VEDERE DRAFT DAY STREAMING). Quindi come stupirsi se, nel 2003 ancora grazie al Draft,  da St. Vincent-St. Mary Irish i Cavs accolgono sua maestà Lebron Raymone in arte “The Chosen One” (il prescelto) James. Il suo ingresso nell’NBA ha ricordato quello dell’eterno MJ, ma soprattutto è coinciso con il primo anello dei Cavs dopo la criticata Decision in diretta nazionale che portò LBJ dalla Quicken Loans Arena ai due anelli in maglia Miami Heat: unbelievable!
kyrie-irving-uncle-drew-e1426310817309Esattamente come potrebbe risultare impensabile il primo storico scudetto dei Terlizzi Joints di Callejon e Schick. Josè Maria paragonato alla smisurata classe di Kyrie Andrew in arte “Uncle Drew” Irving. WHY UNCLE DREW?Oppure zio di Mattew, colonna portante della futura dinasty in Memola. Il tutto accompagnato da chiccosi polpastrelli alla Kevin Love, ovvero l’ala grande ex T-Wolves fotocopia dello stupefacente doriano. “Paolo! Fai una!” (Do it!).


CONCEPT LOGO

cavs-primary_3Niente di più easy sul piano grafico: dalla spada infilzata in diagonale nella scritta Cavaliers, alla canna posta in fotocopia. Sfondo in gradazione a metà tra azzurro Terlizzi e Navy Cavs, mentre la tinta prevalente è il granata-bordeaux che risalta il bianco e l’oro dell’accattivante font creato per i Joints.

JERSEY (DIVISA)
170px-LebronFT2Con il Draft 2003 l’NBA accoglie una delle classi di nuovi eroi più ricca dal 1996 TOP5 DRAFT CLASSES: LBJ (1°), Carmelo Anthony (3°), Chris Bosh (4°), Dwyane Wade (5°) e tanti altri. Così, tra le iconiche e cools jersey dei Cavs proposte negli ultimi anni, abbiamo optato proprio per quella del primo anno di “The King”. Modificando ben poco, se non il retro interamente granata-bordeuax. I Joints hanno poi inciso sul front al colletto una piccola M, che sta sia x Mattia che per Memola, nonché uno spinello sul retro sopra il nome. Caratteristici i richiami ai colori societari in cucitura su tutta la casacca.

TERLIZZI
FRANCHISE PLAYER (Giocatore Bandiera GBA)
Lebron James: sul 23 da Akron (città del pneumatico dove è nato anche Stephen Curry) c’è poco da ribadire se non invitarvi a rivedere centinaia di video o link in descrizione  LBJ HERO 10 COSE SU LBJ oppure l’impresa di aver vinto il suo terzo anello nell’unica rimonta mai riuscita ad una squadra sotto 3-1 alle Finals. Per giunta contro Golden State reduce dal record di 73V-9S strappato ai mitici Bulls di Jordan.
Senza dimenticare l’apporto del suddetto e, talvolta, in certi aspetti del gioco più decisivo Kyrie Irving, o ancora stelle del calibro del primo grande idolo di casa Austin Carr, o del simil Ian Koller del basket Žydrūnas Ilgauskas, passando per Antawn Jamison  e Big Shaq.
In chiusura, non sembra esserci però un corrispettivo all’altezza tra le bandiere del Terlizzi in Serie A Green, avvezzo  a confermare pochi dei talenti scoperti, fatta eccezione per il Florenzi “Full optional” scoperto da Bippo Paudo in maglia Domingo.

CONTINUA…

12 pensieri riguardo “GBA – PRIMA PUNTATA

  • Cusci Team

    e che spettacolo ahhaahahahhaha
    io sono ignorantissimo in materia, è stato bello leggere qualcosa di diverso accostato però al nostro mondo, comunque sei un folle, che lavoro immane se hai fatto per ogni franchigia come per Pigna.
    Il discorso invece su Draft, Conference etc apre scenari di tutti i tipi, ma anche di quello sarà bene parlare a tempo debito man mano che la pubblicazione procederà con i vari contenuti, anche solo a livello di cazzeggio davvero si può fantasticare su tante cose (chissà un “campionato” parallelo come esperimento, con le stesse rose…)
    Comunque confermo che sei un pazzo!

  • Veramente appassionante! E l’idea della eastern e della western conference… semplicemente geniale!

  • Lakragasso

    Ciò che scrivi e immagini è terribile. Affascinante, avveneristico e fatalmente divisivo. Forse (è un mio parere), chi ha messo su il carrozzone, mutuando dal modello nba, come è facile notare, voleva sterilizzare proprio l’elemento divisivo in favore di un modello il più aggregativo possibile. Forse.

  • Ihih…ognuno impazzisce a modo suo caro il mio braccio dx e sx di tante telefonate!
    Mia ami? Ma quanto mi ami? 😀

    Cmq, confermo, ho fatto così x tutte come per Pigna…smack

  • Ehhhhhh…esagerato, quei folli dall’altra parte dell’oceano so geniali.

    RIBADISCO CHE SI TRATTA DI PURA RETORICA E SVAGO…solo la parte del draft verrà posta come proponibile e avrà una sua ragion d’essere (rispondo a chi ancora soffre di incubi)

    uahuhuhuhuhuhu!

  • I mostri vogliono dividerciiii!!!
    Smack

  • Lupiae Calcio 1996

    Finalmente sono riuscito a rileggerlo tutto dopo averlo fatto più volte a spezzoni.

    Quoto gli altri sulla genialità del pezzo, cui aggiungo anche la fantasia nell’immaginazione e la generosità nel volersi spendere a mettere tutto nero su bianco. Proporzionalmente a quanto – come tutti sanno – io sia scettico sull’eccessivo utilizzo di abachi e pallottolieri nel fantacalcio moderno, in maniera altrettanto convinta ritengo questo tipo di iniziative editoriali ciò che veramente dovrebbe essere l’essenza del fantacalcio, in cui il prefisso fanta- può essere declinato a piacimento di ognuno per il divertimento – e in questo caso anche lo stupore – di tutti. Potrei continuare questo discorso per parecchie altre righe ma non vi annoio ulteriormente e passo alla fase operativa.

    Confermo tutto quanto è stato scritto riguardo all’ispirazione NBA per quanto riguarda il modello delle franchigie della SerieAGreen. E’ tutto vero, fu quello il modello scelto dai “padri fondatori” e per questo molte volte mi vedete fissato su certi cavilli come ad esempio l’attaccamento territoriale. Molte volte, infatti, mi avete sentito dire “vorrei che non ci fossero due squadre di Lecce” (e sul Ranking potete notare come ciò sia avvenuto solo una volta). Questo perchè ho sempre odiato i dualismi tipo Lakers-Clippers, che poi alla fine si traducono in una squadra fortissima ed una praticamente nulla. Al contrario, sono più per operazioni quali i Brooklyn Nets, ovvero gli ex New York Nets poi divenuti New Jersey Nets e infine, appunto Brooklyn. Il motivo è semplice: non c’era storia coi New York Knicks, per cui si è preferito rappresentare dapprima la regione che comprende lo stato di New York (per intenderci, come fossero Lazio e Roma) e poi spostarsi nel celebre quartiere di Brooklyn, diventando a tutti gli effetti come Chievo e Verona, dove i primi ora sono più prestigiosi dei secondi. Nel caso della SerieAGreen, ho sempre detto che non importa se la tua franchigia sia a Roma o a Serrano, a Napoli o a Possidente. In SerieAGreen la grande metropoli può avere anche meno bacino d’utenza di un paese di provincia, qualora quest’ultimo sia in grado di produrre seguito tramite campagne abbonamenti, iniziative editoriali, partecipazione attiva e, solo per ultimissime, le vittorie sul campo. Tornando al calcio, pensate al caso di Manchester, una città grande pressappoco quanto Genova ma che da decenni combatte con una – ed ora con due – squadre contro le grandi metropoli d’Europa. Viceversa è il caso di Berlino, dove l’Herta e le altre squadre della capitale faticano addirittura a restare in Bundesliga. Da noi è lo stesso: abbiamo i capoluoghi (Agrigento, Bari, Lecce, Catanzaro, Reggio Calabria, ecc.) e abbiamo paesi anche vicinissimi tra loro (Aprilia e Cisterna, Novoli e Lizzanello, Serrano e Copertino) che si confrontano tra di loro come se non ci fossero differenze di grandezza o demografia. Per me questa è una cosa assurda, stupenda, quasi magica: ecco perchè sono sempre dispiaciuto quando qualcuno mi dice “ho cambiato casa, vorrei cambiare la sede della squadra”, sono sempre più propenso a cambiarne la sede sociale piuttosto che quella fisica, dello stadio, dei tifosi. Per non parlare del trauma quando qualcuno mi chiede di cambiare nome o colori sociali (vero Toto e Fabrizio?), che vivo come un vero psicodramma. Che dura cinque minuti, ma è pur sempre uno psicodramma.

    Per cui ringrazio Marcello per avermi dato il pretesto per parlare di un aspetto del gioco che esce di rado ma che secondo me vale qualche minuto di lettura di un pippone come quello che ho scritto.
    Ora qualche riga sulla questione Draft.
    Non me ne vogliate, anzi, vogliatemene pure, ma anche questa cosa è stata già fatta in SerieAGreen. La modalità era semplice: in ordine inverso di classifica (quindi dall’ultimo al primo) ognuno poteva scegliere di confermare uno o più giocatori (se non ricordo male uno per ruolo, esclusi i portieri). Una cosa a metà, dunque, tra il Draft vero e proprio (in cui in realtà si scelgono i giocatori dalle Università, i cosiddetti Rookies, le matricole, che da noi sarebbero i giocatori nuovi all’esordio in Serie A) e la Carta Etica (famosa regola mai passata in cui ognuno poteva giocare la Carta Etica all’asta e comprare senza rialzi il proprio pupillo, a patto che avesse giocato l’anno prima tra le proprie fila). Tutti votarono positivamente, salvo poi il giorno dell’asta iniziale della stagione successiva ritrattare in maniera ignobile e rivotare seduta stante che la regola non era più valida. Motivo? Semplici rosicate: quello si è tenuto Baggio, quell’altro Batistuta, quell’altro Mihajlovic. Da quel momento, e per evitare cose del genere, vige la consuetudine che ci impedisce di votare regole per la stagione in corso, ma sempre e solo per quella successiva.
    Prima di esprimere un giudizio, però, attendo di leggere l’evolversi della regola che verrà proposta in questa rubrica a puntate, di cui non vedo l’ora di godermi il resto.

    Scusate la lungaggine,
    Lupiaen.

  • Really cooooool Luke!!!
    Intanto è arrivato il prescelto con i Terlizzi Joints se ti va 😉

    “The Ball don’t lie”
    RW

  • Lupiae Calcio 1996

    Non mi far fare il bastian contrario polemizzatore sempre, ma continui a sostenere di aver scoperto giocatori che in realtà militavano in Serie A Green anche prima del tuo ingresso. Comu te chiamanu, Vodafone??? 😀 😀 😀

  • Se ti riferisci a Florenzi, beh, carta canta…primo anno Green al Domingo con tanto di oro! SMACK

    PS: su tanti altri nomi c’è qualche ragion veduta, ma palesiamo sempre la differenza tra sfottò e reale autoattribuzione. VODAFONEEEEE!

  • Lupiae Calcio 1996

    Io leggo a puntate nelle puntate… oggi.ho finito Terlizzi. Molto molto bella la casacca, anche stavolta 7G non sbaglia un colpo!

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