Serie A Green
Buongiorno Lecce!STAMPA

Buongiorno Lecce!: edizione speciale conferenza stampa finale Lupiae di Luca Brindisino

Brindisino si confessa: “Mai giocato per vincere, ma nemmeno per perdere. Volevamo tornare al puro divertimento: è stato il nostro anno zero. Noi come la Juventus? Forse prima, ora siamo più simili al…”

Nel dopo Lupiae-Domingo che ha sancito il definitivo -1 dagli scudettati partenopei, Luca Brindisino ha voluto spiegare in una conferenza stampa fiume questa strana stagione del Lupiae.
Eccola riportata nella sua versione integrale.

“Buongiorno a tutti e ben ritrovati per l’ultima volta, lo so che in fondo in fondo mi volete bene, sono uno dei vostri aficionados della sala stampa, senza di me sareste disoccupati…

Oggi l’ironia della sorte ha voluto che affrontassimo il Domingo fresco fresco di conquista del tricolore, in un’ultima giornata che poteva riservare un’adrenalina diversa per la lotta scudetto, visto che c’era anche Terlizzi-Lakragasso. Se così non è stato il merito è tutto loro, che quest’anno hanno dimostrato – per gli orbi che ancora non se ne fossero accorti – quanto il Domingo e la piazza di Napoli siano in questo momento il top fantacalcistico in circolazione. Lì ogni cosa è speciale, si vive di fantacalcio dal 1 agosto al 31 luglio: dalla campagna abbonamenti allo spoglio delle divise, dalla presentazione della rosa fino ai festeggiamenti finali, tutto è incastrato all’interno di una gestione manageriale scrupolosissima, dall’asta alla consegna delle formazioni, che solo contro di noi in una partita inutile mi sembra sia stata cambiata 4 o 5 volte nell’ultima mezzora. Non ce ne vogliano altre big come Celtic, Terlizzi o Lakragasso che pure in questi ultimi anni sono abbonate alle posizioni di vertice sicuramente non per caso, ma la struttura societaria domenghina di stagione in stagione riesce sempre a rigenerarsi sfornando talenti, recuperando sottovalutati e soprattutto ammortizzando senza patire flop che da altre parti sarebbero stati sicuramente compromettenti – e penso ai vari Torres, Dzeko, ecc. – ma che a Napoli sembrano solo incidenti di percorso. Oggi li abbiamo battuti, e meritatamente, sul nostro campo ma non possiamo che alzarci in piedi insieme a tutto il nostro pubblico e tributare loro un applauso meritato, per aver trionfato forse nella stagione storicamente più difficile della Serieagreen, vista la nutrita concorrenza fino a pochi metri dal traguardo.

Negli spogliatoi ho fatto i complimenti ai miei ragazzi, tutti, perché questa per noi è stata una stagione immensa, forse irripetibile. L’aver mantenuto inviolata la nostra casa, il Robert Nesta Marley, per tutto il campionato, l’essere in generale la squadra meno battuta di tutto il torneo e quella con più gol e punti fatti, essere riusciti a chiudere in positivo il bilancio dopo la botta iniziale di Jovetic (caro Vito: il male che fai ti si ritorce sempre indietro) anche grazie ai tanti ragazzi azzurri che abbiamo scelto di coinvolgere in questa avventura, sono soddisfazioni che non danno titoli, non riempiono bacheche, non vengono scritte negli almanacchi. Eppure sono emozioni che noi ricorderemo perché le abbiamo vissute sulla nostra pelle, ci hanno fatto rizzare i peli delle braccia come le giocate di Bernardeschi, gli effetti di Insigne, le inzuccate di Belotti, la grinta di Bonaventura, il carisma di Marchisio e Bonucci, l’esperienza di Dzemaili e Ghoulam, la sfrontatezza di Scuffet, Pellegrini e Mazzitelli: emozioni che nessuno potrà mai toglierci, nemmeno se tra dieci anni ci verranno a dire “No, quel secondo posto non vale più“.

Sapevamo che questo sarebbe stato l’anno zero per il Lupiae, lo sapevano tutti coloro che hanno accettato di giocare non per vincere, ma per divertirsi, puntando simbolicamente a quell’ultimo posto che nessuno vorrebbe mai occupare, ma che fa parte del gioco e a qualcuno toccherà sempre, esattamente come il primo. E’ semplicemente questo il motivo per cui abbiamo adottato questa strategia di comunicazione, ci rendiamo conto un po’ sui generis e sicuramente tediosa e fastidiosa, per certi versi, sicuramente difficilissima da portare avanti con coerenza e determinazione. Il fatto che molti di voi, quasi tutti a dire il vero, ci abbiano manifestato il loro dissenso quando non addirittura fastidio, appunto, per questo nostro atteggiamento era scontato, prevedibile, anche voluto da parte nostra – ammettiamolo – ma non pensiate che ne abbiamo goduto, anzi. Ma dopo tante stagioni in cui un agonismo trascinato all’estremo e una competitività sempre crescente stavano portando a nostro avviso la Serieagreen su dei livelli dove la grinta e voglia di vincere rischiavano di tramutarsi in arrivismo, abbiamo voluto dare un segnale. Nel nostro piccolo, per quello che ci competeva, senza falsi moralismi o predicozzi inutili da pulpiti inesistenti. L’unico esempio che si può dare è dimostrare quello che si pensa facendolo in prima persona, anziché chiederlo o rinfacciarlo agli altri. Ed è stata dura, credeteci: questo era l’anno del ventennale della società, 20 anni di passione sfrenata che, coincisi con l’arrivo del futuro patron, presidente e proprietario della squadra Tommaso Brindisino Greco, probabilmente meritavano di essere festeggiati in un altro modo. Prima di partire per Cisterna non posso scordare le parole della presidentessa con le mani sul pancione: “Che dici, la riportiamo la coppa a casa quest’anno?“. Un sorriso muto è l’unica cosa che sono riuscito a rispondere, sapendo già di andare incontro a un altro destino: cercare di costruire il Lupiae più bello e forte di tutti i tempi, al solo fine di divertirsi e far divertire, senza l’assillo del risultato. E così venivano le vittorie e con esse le conferenze stampa, sempre più toste, sempre più crude, e poi le critiche, i rospi difficili da ingoiare ma esattamente proporzionali a quelli digeriti quando ci sentivamo circondati da quell’eccesso di agonismo e scaramanzia che a noi dà lo stesso identico fastidio che a voi dà una dichiarazione “a perdere”. A proposito, una precisazione doverosa: mai e poi mai abbiamo giocato per perdere. Per divertirci si, di sicuro non per vincere, ma certamente mai – mai! – per perdere. Nel concreto, laddove abbiamo avuto la possibilità di schierare un 11 facile, magari un 3-5-2 o un 4-4-2, abbiamo sempre preferito il rischio, l’azzardo, lo sbilanciamento in avanti, quelle 3 punte a cui il nostro mentore boemo mai rinuncia e che abbiamo praticamente sempre schierato, anche a costo di giocare in 10, anche a costo di non vincere, di arrivare ultimi. Riavvolgendo il nastro di questa stagione, impossibile non mettere pausa ad esempio su entrambe le sfide col Flipper, affrontate con la sfacciataggine ingenua di un bambino che scende in campo per divertirsi e mette più attaccanti possibili, poi gioca in inferiorità numerica e perde, al massimo pareggia, contro un avversario che – non me ne vorrà l’amico Fabrizio – un altro poco e si metteva la scarpa destra al piede sinistro e viceversa. Rischiare sempre, puntare sui giovani, tenere Bonaventura, Barba o Cataldi anche quando la logica avrebbe suggerito altro, vedi gli ultimi pareggi con Wailers e Pigna, quel Donsah inseguito da tempo e che si è allenato in silenzio messo capitano che, lo dico ufficialmente, a dispetto del punto e mezzo di meno che ci è costato lo scudetto, proveremo a riconfermare. Senza scomodare i favolosi 4-4 con Labbari, Amici o Eagles e, esempio degli esempi, l’andata col Domingo: un tridente senza senso ma voluto per coerenza, costato una sconfitta che poteva essere una vittoria, anzi La Vittoria, con la doppietta di Dzemaili lasciata fuori. Non vinceremo la Panchina d’Oro insomma, questo appare evidente, ma sulla porta del nostro spogliatoio ha sempre campeggiato proprio una frase celebre di Zeman: “Non c’è nulla di disonorevole nell’essere ultimi. Meglio ultimi, che senza dignità“. Questo è un concetto basilare che mi piacerebbe passare a chi verrà dopo di me ed era essenziale farlo quest’anno, nonostante il ventennale, nonostante l'”erede al trono”, nonostante una squadra eccezionale, anzi: apposta per tutti questi motivi! Troppo facile, infatti, fare proclami di umiltà quando hai fatto una squadra indecente, è come fare uno sciopero dei mezzi alle 3 di notte: a chi lo mostri? A chi dà fastidio? Fastidio, un termine che ritorna sempre e che mi spiace aver provocato, come in una sorta di legge del contrappasso, ma è stato un passaggio obbligato verso quella metamorfosi societaria che si era resa necessaria da tempo.

Molti di voi, da sempre e fino a poche ore fa, ci hanno sempre identificati come la “Vecchia Signora” del campionato, alcuni anche come la “Vecchia Mignotta” eh, lo so è inutile che mo vi nascondete o ridacchiate sotto i taccuini e i tablet. Insomma, la Juventus della Serieagreen, col suo blasone, i suoi impicci, i suoi trofei, la sua antipatia, altezzosa e rassicurante al tempo stesso, simbolo di un gioco che va oltre il tempo che passa, le carte di identità che ingialliscono, i campioni che si ritirano, i ruoli sociali che cambiano. Ma dopo vent’anni la realtà dice un’altra cosa, ci mette sotto gli occhi una verità differente che bisogna saper accettare. Le Juventus della Serieagreen sono altre: quest’anno è stata il Domingo, ma Ranking Green alla mano ci sono almeno altre due o tre squadre che possono aspirare a questo ruolo. Anche se la classifica ci paragonerebbe alla Roma, noi quest’anno ci siamo sentiti più Napoli, per qualità del gioco espresso, spettacolo e gol fatti. Ma non è quella l’identità che ci aspetta. Il Lupiae dall’anno prossimo adotterà un profilo più basso, più confacente alla sua storia e al suo presente: ci paragoniamo esattamente al Genoa. La squadra più vecchia d’Italia: grande piazza, grande tifoseria, grande scouting e settore giovanile, grande blasone fatto di trofei vinti nella notte dei tempi e di cui adesso restano solo ricordi sbiaditi, utili solo a far sospirare qualche supporter più attempato. Un presente fatto di sacrifici e sofferenze, ambizioni sempre soffocate dalle difficoltà di restare sulla linea di galleggiamento ma con dignità, appunto. Questo sarà lo stile che adotteremo da qui ai prossimi 20 anni, senza cancellare il passato ma proiettandoci verso un futuro radioso, sicuramente con meno titoli ma di certo con una voglia di divertirsi che aumenti di anno in anno, inversamente proporzionale ai trofei in bacheca insomma e alla quale ieri sera abbiamo brindato insieme alla presidentessa, che nonostante tutto mi ha sempre compreso e senza il cui appoggio incondizionato non avrei modo di portare avanti un impegno così importante come la Serieagreen.

Saluto e ringrazio tutti voi per la pazienza che avete avuto quest’anno, scusandomi ancora se ho causato qualche orticaria. Adesso rompiamo le righe, liberi tutti e testa solo alla piscina di Corato. Arrivederci a settembre. E sempre Forza Lupiae”.

5 pensieri riguardo “Buongiorno Lecce!: edizione speciale conferenza stampa finale Lupiae di Luca Brindisino

  • ‘Buongiorno Lecce!’ da sballo, da leggere con calma, magari con una birrozza in mano seduti sul divano.
    In fondo il Circo attendeva con ansia le dichiarazioni del Patron Luca Brindisino e, qualunque sia l’orientamento in merito all’Universo Lupiae, c’è solo da congratularsi per la cavalcata verdeazzurra.
    Una lupo-stagione ricca di partecipazione, talenti, goleade fatte e subite, insomma condita dagli elementi essenziali per DIVERTIRSI e far DIVERTIRE.
    Genoa, Napoli, Juventus o revoche scudetti poco importa…la Serie A Green applaude il suo Lupiae perché il lupo perderà anche il pelo, ma di sicuro non la passione!

    Ps: qui a Napoli siamo lieti di aver visto maturare al Nesta Marley ex quali Belotti ed Insigne, così come ci sarebbe piaciuto (e non l’abbiamo mai detto in salsa Bippo Paudo) aver scoperto tempo fa l’altro ex Dries Mertens. Sognavamo di portarlo a Napoli dalla sua prima stagione Green in maglia Lupiae ed il ragazzo infatti ha lodato il suo primo amore più e più volte. Incroci del destino. Emozioni da Circo.

    Marcello Simonetti,
    Atletico Domingo 2003

  • Lupiae Calcio 1996

    Ringrazio il Presidente Simonetti per le belle parole, evidentemente l’abbraccio con Dries prima della partita non deve essere sfuggito.
    In tutto ciò mi devo scusare con l’unico componente del mio staff che non ho citato che è stato fondamentale per la preparazione atletica di una squadra tormentata dagli infortuni, ma ugualmente in grado di finire la stagione giocando in 11: un grazie infinito va al nostro preparatore il Dott. Achille De Boxerottis, ampiamente confermato anche per la prossima stagione.

  • Lupiae Calcio 1996

    Non mi inserisce la foto del Dott. De Boxerottis, la metterò nell’articolo

  • che bello leggerti Luca..una stagione grandiosa, una squadra da fare invidia ed un’annata da ricordare e incorniciare per mille motivi..sicuramente il piccolo nonchè futuro presidente potrà mostrare un giorno questo piccolo manifesto di riNascita con grande orgoglio..ci vediamo a Corato president

  • Lupiae Calcio 1996

    Grazie Domenico, sempre bei pensieri.
    Fatti vedere più spess!

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